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Istat: l’inflazione frena a ottobre, -0,2% su mese e 1% su anno

02 Novembre 2017

Corre il carrello della spesa, +1,7%. Vegetali freschi più cari del 12%

 

Frena l’inflazione a ottobre. Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese “l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,2% su base mensile e aumenta dell’1,0% rispetto a ottobre 2016 (era +1,1% a settembre)”.

“In particolare, spiega l’Istat, il lieve rallentamento dell’inflazione è dovuto essenzialmente all’inversione di tendenza dei prezzi dei servizi vari (-1,1%, da +0,6% di settembre), spinti al ribasso dall’istruzione universitaria a seguito dell’entrata in vigore delle nuove norme sulla contribuzione studentesca introdotte con la Legge di Stabilità 232/2016. Il rallentamento è in parte attenuato
dall’accelerazione della crescita dei prezzi degli alimentari non lavorati (+3,8% da +2,1%). Pertanto, l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta (+0,5% da +0,7% di settembre) mentre quella al netto dei soli beni energetici si conferma a +0,8%. L’inversione di tendenza dei prezzi dei servizi vari determina il rallentamento della crescita dei prezzi dei servizi in generale (+0,7% da +1,3%), spingendo nuovamente in negativo il differenziale inflazionistico tra servizi e beni, che, anche a seguito dell’accelerazione della crescita di questi ultimi (+1,2% da +1,0%), risulta pari a -0,5 punti percentuali”.

“Su base mensile, dice ancora l’Istituto, sovrapponendosi ai cali influenzati da fattori stagionali dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-1,6%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,5%), la diminuzione di quelli dei servizi vari (-1,7%) fa sì che le tendenze al ribasso prevalgano sulla crescita dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1,7%) e degli energetici non regolamentati (+1,2%), determinando così la flessione dell’indice generale. Anche i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto, sospinti dagli Alimentari non lavorati e in misura minore dagli Energetici non regolamentati, salgono dello 0,5% in termini congiunturali e dell’1,7% in termini tendenziali (da +1,3% di settembre). L’inflazione acquisita per il 2017 è pari a +1,2% per l’indice generale e +0,7% per la componente di fondo”.

“Il rialzo dei prezzi degli alimentari non lavorati, sottolinea l’Istat, spinge in alto i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, che aumentano dello 0,7% su base mensile e dell’1,7% su base annua (da +1,1% di settembre). Il sensibile incremento congiunturale dei prezzi degli alimentari non lavorati è dovuto principalmente al rialzo di quelli dei vegetali freschi (+7,5%; +12,1% la variazione annua, in accelerazione da +4,8% di settembre), su cui pesa il confronto con ottobre 2016 quando i prezzi dei vegetali freschi fecero segnare una crescita molto più contenuta su base congiunturale pari a +0,5%. Ad incidere, conclude, seppure in misura inferiore, anche l’aumento dei prezzi della frutta fresca (+1,4%; +4,7% da +2,9%)”.