Torino – Oscilla fra i 200 e i 250 euro – secondo le stime di Fismo-Confesercenti, l’associazione dei commercianti di abbigliamento – la spesa media per i saldi invernali che iniziano venerdì 5 gennaio. Si tratta di una cifra in linea con quella della scorsa stagione. Anche per quanto riguarda il livello delle vendite, i commercianti prevedono di confermare i risultati dello scorso anno o di migliorarli leggermente.
Secondo l’indagine condotta da Confesercenti in collaborazione con Swg, sarà alto il livello di adesione di negozianti e consumatori: a partecipare alle prossime vendite di fine stagione sarà oltre il 90% dei quasi 2000 negozi cittadini, (circa 3700 con la provincia). Circa il 50% dei consumatori ha già deciso di partecipare ai saldi, ma c’è anche un altro 40% che valuterà le occasioni di risparmio prima di decidere se acquistare o meno. Oltre l’80% si dice pronto a spendere come lo scorso anno.
Sempre secondo l’indagine, si cercheranno in particolare le calzature, indicate dal 28% dei consumatori. Seguono i prodotti di maglieria (22%) e i pantaloni (14%). Alto l’interesse anche per i prodotti tessili e moda per la casa (9%) e per i capispalla, come cappotti, giacche, giubbotti e giacconi, ricercati dal 7% dei consumatori. Proprio sui capispalla di concentrano le speranze di vendita dei commercianti, perché sono stati finora fra gli articoli meno richiesti: il che significa che i consumatori potranno trovare una vasta scelta di modelli, taglie e colori.
Gli sconti praticati saranno subito piuttosto elevati: 30-40%. Ma in diversi casi si partirà già col “metà prezzo”: riduzioni più sostanziose del normale per sopperire a un anno che, per il settore dell’abbigliamento, è stato ancora fiacco. Il 22% dei negozianti ha registrato nel 2017 una flessione delle vendite rispetto all’anno precedente, contro un 18% che le ha viste crescere. Per sei negozi su dieci sono rimaste sostanzialmente stabili e comunque molto lontane dai livelli pre-crisi. Senza contare quelli che nel corso del 2017 hanno dovuto chiudere i battenti: a Torino e provincia oltre il 3%.
“C’è da sperare – dice Barbara Cottone, presidente di Fismo-Confesercenti – che almeno queste previsioni trovino conferma, perché le attività dell’abbigliamento devono ‘raddrizzare’ un Natale non brillante e comunque al di sotto delle aspettative. La crisi dei consumi ha fatto la sua parte, ma non bisogna neppure trascurare il ‘black friday’ che ha favorito grande distribuzione e vendite online a scàpito dei negozi”.