“Al nuovo governo vanno i nostri più sinceri auguri di buon lavoro”, dichiara Patrizia De Luise, Presidente nazionale di Confesercenti. “Le imprese aspettano dall’esecutivo risposte importanti, anche su questioni che – pur non essendo indicate all’interno del programma iniziale – sono di fondamentale importanza per la nostra economia.
A partire dalla frenata dei consumi delle famiglie: evitare l’aumento IVA previsto dalle clausole di salvaguardia è un passo nella giusta direzione, ma non sufficiente a far ripartire la domanda interna del Paese, da cui dipende il 60% del nostro Pil. Serve pragmatismo, bisogna lavorare in modo mirato sui nodi che bloccano la crescita della nostra economia, il cui rallentamento è sotto gli occhi di tutti.
Lo stallo della spesa delle famiglie è particolarmente drammatico soprattutto per il piccolo commercio: continuano a chiudere, senza essere sostituiti, 14 negozi al giorno. Un’emorragia che ci spinge a ribadire la richiesta, già avanzata al precedente governo, di aprire subito un tavolo per il rilancio del settore. È necessaria un’azione organica, ad ampio spettro, per restituire capacità di spesa alle famiglie e per accompagnare la rete commerciale verso il futuro”.
Governo, Confesercenti-Swg: cresce
l’incertezza per un’impresa su due
La frenata dell’economia e le difficoltà della politica minano la fiducia delle imprese: il 47% degli imprenditori ammette di avere meno certezze dello scorso anno. È quanto emerge da un sondaggio condotto da SWG per Confesercenti.
Incertezza crescente anche sul nuovo esecutivo: solo il 15% degli imprenditori è pronto a scommettere che l’inedita maggioranza possa sostenere un governo per tutta la legislatura. Per il 48%, invece, l’esecutivo giallo-rosso partirà ma avrà vita breve, mentre circa 1 su 4 – il 23% – ritiene che l’esecutivo non partirà proprio.
Gli imprenditori sono invece concordi nel ritenere che il prossimo governo avrà davanti a sé un percorso lastricato da difficoltà. E se il tema dell’instabilità politica viene indicato come fattore di incertezza solo dal 14% delle Pmi, più pressanti appaiono le questioni economiche: il 33% degli imprenditori segnala, tra i fattori di maggior preoccupazione, il peso del fisco; il 21% l’incertezza sulla Legge di Bilancio e sui prossimi provvedimenti, mentre al terzo posto c’è il rallentamento della spesa delle famiglie (18% delle risposte).
La questione economica, dunque, rimane centrale, come si evince anche dall’agenda di interventi indicata dalle imprese al nuovo esecutivo: in primo luogo l’aumento delle aliquote IVA e delle accise, il cui stop deve essere la priorità per il 58% delle Pmi. Seguono la riforma ed alleggerimento del fisco, indicate dal 39% delle Pmi, più volte promesse nella scorsa campagna elettorale e ancora rimaste inevase. Al terzo posto, tra le indicazioni di priorità, il taglio dei parlamentari: un intervento voluto dal 34%, più del 31% che chiede il taglio del cuneo fiscale. Subito dopo, nelle preferenze degli imprenditori, un piano di sostegno mirato alle piccole imprese (25%).
Lasciano freddi, invece, due dei punti che dovrebbero entrare nel programma della compagine giallo-rossa: il salario minimo – che raccoglie solo il 12% delle indicazioni – e la web tax, chiesta dal 6%. Ma c’è anche un 5% che chiede lo stop alla Bolkestein e un 4% che vuole vedere andare avanti la Legge delega per la riforma del settore turismo.
“Le imprese sono preoccupate dai temi economici lasciati inevasi. In primo luogo quello delle tasse, dall’IVA alla pressione fiscale ormai insostenibile, e del sostegno alle Pmi”, commenta la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise. “In un quadro di incertezza in forte aumento, che contagia quasi la metà del tessuto imprenditoriale, al prossimo esecutivo si chiede soprattutto pragmatismo e di lavorare in modo mirato sui nodi che bloccano la crescita della nostra economia, il cui rallentamento è sotto gli occhi di tutti”.