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Banchieri: «Dalla politica scarsa attenzione o misure addirittura dannose per commercio e turismo». Intervista al presidente di Confesercenti

05 Dicembre 2019

di Giovanni Fariello

 

Presidente, come sta il commercio a Torino?
«Non bene, per non dire altro. I dati della natimortlità delle imprese continuano a essere negativi: chiudono più imprese di quante ne aprano e i buoni risultati del settore somministrazione non compensano i dati negativi di tutti gli altri settori».
Con Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino e Confesercenti Piemonte, facciamo il punto sulla situazione del commercio e del turismo in rifermento a ciò che la politica locale e nazionale fa (o non fa) per questi settori.
«Le aziende – dice Banchieri – continuano a essere in sofferenza: i consumi non ripartono, la redditività diminuisce, le nuovi abitudini di consumo e di acquisto pongono serie ipoteche sulla sopravvivenza stessa di molte imprese. E di certo la politica non aiuta».
Che cosa intende?
«Beh, sia a livello locale che a livello nazionale vedo poca attenzione verso i nostri problemi, quando non provvedimenti che danneggiano le imprese del commercio e del turismo».
Cominciamo da Torino?
«Qui il problema piu grande è la Ztl modello Appendino. Loro lo chiamano ‘centro aperto’, in realtà è un ‘ingresso a pagamento’. Altro che aiutare il piccolo commercio; così si rischia di ucciderlo».
Confesercenti da sempre ha espresso la propria contrarietà: vuole riepilogarne i motivi?
«Perché non serve ai fini ambientali per cui il Comune dice di averla progettata, ma in compenso danneggia commercianti e cittadini».
Le associazioni hanno interrotto ogni dialogo con il Comune su questo tema.
«Intanto è eccessivo chiamarlo dialogo: nei pochi incontri che abbiamo avuto l’assessora La Pietra ci ha illustrato le ‘magnifiche sorti e progressive’ del provvedimento con l’aria della maestrina che spiega le cose ad allievi un po’ testoni. In ogni caso il bluff del Comune si sta rivelando in tutta la sua evidenza».
A che cosa si riferisce?
«Al fatto che uno dopo l’altro i presupposti su cui il Comune aveva costruito il progetto stanno venendo meno. È di qualche giorno fa l’ammissione dell’assessore Unia che non esiste alcuno studio ambientale alla base del progetto stesso. Questa ammissione sancisce ciò che quanti si oppongono al provvedimento hanno sempre sostenuto: non c’è alcuna evidenza di un beneficio ambientale e il provvedimento serve soltanto a fare cassa. Circostanza, quest’ultima, sempre negata dalla stessa sindaca Appendino, salvo la smentita clamorosa rappresentata dall’aver messo a bilancio quasi quattro milioni per il solo 2020».
In pratica l’assessore Unia dice: lo studio non c’è, ma siamo sicuri che il provvedimento funzionerà.
«Già. Curioso, no? In ogni caso non l’assessore Unia (è inutile aspettarsi spiegazioni da un amministratore che chiede ai cittadini un atto di fede sulla bontà di un provvedimento), ma la sindaca dovrebbe spiegare come si sia potuti arrivare a questo punto. Ma, ancora una volta, c’è da giurare che assisteremo ai ben noti funambulismi verbali».
Qualcuno a proposito dello studio sempre annunciato e che non arrivava mai, ha scomodato il Godot di Beckett.
«Ma quello è teatro serio: qui siamo piuttosto in zona Bagaglino. La realtà drammatica è che in questi anni abbiamo assistito a una pantomima indecorosa: uno studio annunciato e mai esistito, a fronte di un altro studio ben noto (quello di 5T) che smentisce gli effetti ambientali della Ztl lunga, e la negazione di ciò che era da subito evidente: quello che viene pomposamente definito ‘centro aperto’ non è altro che una tassa d’ingresso che rischia di far morire le attività del centro e compromettere il diritto alla mobilità dei cittadini. La verità è che gli unici inquinatori in questa città sono Appendino e i suoi assessori. E diffondono veleni ben più pericolosi dell’anidride carbonica: l’improvvisazione, il dilettantismo, la malafede».
E dunque, che cosa propone Confesercenti?
«Lo chiediamo da tempo: sindaca Appendino, ritiri il progetto. Solo così potremo incominciare un dialogo proficuo e parlare di una nuova viabilità e dei tempi della città. D’altra parte, una recente vicenda dimostra che solo un confronto vero porta buoni risultati».
Si riferisce al nuovo regolamento dehors?
«Sì, un problema che si trascinava da anni e che è stato risolto con soddisfazione di tutti grazie al dialogo e all’ascolto: ne do volentieri atto al Comune. Confesercenti giudica dai fatti e non in base a pregiudizi, anche se a qualcuno fa comodo pensare il contrario».
Passiamo alla Regione. C’è una nuova amministrazione. Che cosa si aspetta Confesercenti?
«Abbiamo recentemente incontrato gli assessori Poggi e Marnati ai quali abbiamo presentato un pacchetto di proposte su turismo, sostegno al piccolo commercio e viabilità».
Partiamo dal turismo.
«Il Piemonte non ha ancora espresso tutto il proprio potenziale dal punto di visto turistico, a causa dello scarso coordinamento delle politiche di settore e del ruolo sempre più marginale dell’aeroporto di Caselle. È necessario un maggiore impegno su promozione, eventi, collegamenti, accoglienza. Il che significa anche maggiori risorse. Continueremo a batterci affinché si trovi il modo di fare un deciso passo in avanti, ma deve essere chiaro che l’impegno delle tante imprese del settore non basta senza un convinto sostegno delle istituzioni. Lo stesso che ci aspettiamo nei confronti del piccolo commercio».
Quali sono le richieste di Confesercenti?
«Grande distribuzione e piattaforme online stanno mettendo a dura prova negozi e mercati. Le grandi strutture vanno regolamentate in modo più rigido. Quanto alle piattaforme online, la web tax non spetta certo alla Regione, ma la Regione può comunque fare qualcosa: la proposta di Confesercenti è quella di considerare gli insediamenti logististici di Amazon e di altre simili colossi dell’online come veri a propri insediamenti commerciali e quindi applicare a essi gli oneri (urbanistici, fiscali, e così via) previsti in questi casi: di fatto sono attività di vendita, non magazzini. Il denaro così ricavato andrebbe utilizzato per politiche di sostegno e di rilancio del piccolo commercio».
C’è poi il l’importante tema delle viabilità che non si esaurisce certo con la Ztl della sindaca Appendino.
«Confesercenti ha apprezzato le deroghe accordate alle categorie del commercio, come gli ambulanti, rispetto ai provvedimenti di blocco del traffico. È auspicabile che i provvedimenti dei Comuni siano conseguenti ed omogenei su tutto il territorio. Vanno però evidenziate le difficoltà nella sostituzione dei mezzi da parte delle imprese del commercio».
Quali?
«Prima di tutto, il provvedimento regionale prevede facilitazioni economiche solo su una tipologia di mezzi (quelli elettrici) sostanzialmente inesistenti per le attività commerciali; inoltre, nel caso degli ambulanti, è difficile pensare che la categoria possa cambiare i mezzi, quando a fine 2020 scadono le concessioni dei posti sui mercati e il rinnovo non è ancora stato deciso. Dunque, il bando relativo ai finanziamenti per il cambio mezzi va rivisto estendendolo ai mezzi diesel; quanto alle concessioni, deve esser data certezza agli ambulanti: in questo senso, un’azione di sollecitazione ai Comuni da parte della Regione è auspicabile».
E siamo al livello nazionale.
«Attendiamo che di sapere qualcosa in più sulla prossima legge di bilancio, visto che per ora siamo sommersi da annunci contraddittori e affermazioni smentite cinque minuti dopo essere state fatte. Capisco che in una coalizione così strana ogni partito voglia marcare le differenze, ma non esageriamo».
In ogni caso, girano proposte e ipotesi: che cosa ne pensa?
«Diciamo subito che l’aver evitato 23 miliardi di aumento dell’Iva è un fatto sicuramente positivo. E questa è la parte buona della manovra».
E sui pagamenti elettronici?
«Limitare i pagamenti in contanti e favorire l’uso di carte elettroniche sono obiettivi importanti e condivisibili, ma ciò non deve danneggiare i commercianti. Per questo proponiamo che – almeno per i pagamenti per i quali sarà vietato il contante – siano azzerate le commissioni bancarie. Si tratta di una misura che favorisce i pagamenti elettronici, senza danneggiare gli operatori. Si potrebbe immaginare una progressiva riduzione delle commissioni per arrivare a un loro azzeramento in tempi ragionevolmente brevi».
Basta questo per far digerire il provvedimento?
«No. Almeno per alcune categorie, l’eliminazione dovrebbe essere immediata: mi riferisco in particolare a tabaccai e benzinai che vendono prodotti ‘costosi’ per i consumatori, ma ‘poveri’ in quanto a ricavo del commerciante e sui quali, quindi, la commissione pesa particolarmente: su un litro di benzina il ricavo del gestore è fra i 3 e i 5 centesimi al litro, a seconda delle modalità di erogazione, ma la commissione viene invece calcolata sull’intero costo; una cosa analoga avviene per i tabaccai con le sigarette. Un stortura che va corretta».
E poi c’è lo scontrino elettronico, esteso a tutti dal prossimo gennaio.
«Non siamo pregiudizialmente contrari, ma l’amministrazione finanziaria saprà reggere l’urto della novità? O anche in questo caso le inefficienze del sistema si scaricheranno sulle piccole imprese?»
Riusciamo a concludere con una notizia positiva? C’è?
«Sì, talvolta anche la nostra politica sembra far propria la logica di noi comuni mortali: il governo ha deciso di riportare la delega del Turismo nel ministero per i Beni e le Attività culturali. Se si pensa che era stato spostato all’Agricoltura, il solo ritorno al sua ‘posizione naturale’ ci conforta. Ora però il turismo deve tornare a essere un asse strategico per l’intero Paese».