Le riaperture di Natale non bastano a salvare il commercio. Il piccolo rimbalzo delle vendite registrato a dicembre (+2,5% su novembre) non riesce nel miracolo di ridurre il danno nell’anno della pandemia: il 2020 si chiude con un calo ampio e generalizzato (-12,2%) delle vendite nel comparto non alimentare, un crollo non compensato dall’aumento dell’alimentare (+2,1%). E a soffrire sono soprattutto negozi e mercati: nel 2020 le vendite non alimentari delle piccole superfici crollano del -14,4%, mentre quelle al di fuori dei negozi segnano il -13,9%. Solo il commercio elettronico vola, con un aumento di circa il 35% su base annua, ma il dato complessivo è sicuramente più elevato, visto che la rilevazione Istat coglie solo le aziende che hanno sede in Italia, quindi non include i big internazionali. Così Confesercenti commenta i dati Istat sulle vendite di dicembre.
Per quanto riguarda i comparti merceologici, nel 2020 crescono solo le vendite di informatica, sulla spinta dello smartworking. Tutte le restanti voci sono in calo, particolarmente forte per abbigliamento e calzature, che segnano entrambe una flessione superiore al 24%. Si conferma, dunque, come la crisi innescata dalla pandemia si sia abbattuta con particolare potenza sulle attività del commercio tradizionale e le cui ombre della recessione si proiettano anche per tutto il 2021. Per questo, auspichiamo al più presto la formazione di un nuovo esecutivo che dovrà tenere conto della natura concentrata della crisi economica, con particolare attenzione per le micro e piccole imprese e mettere in campo tutti i sostegni attesi, dal mercato del lavoro ai ristori insieme all’approvazione del piano del Recovery Plan, destinando, senza disperderle, una parte cospicua delle risorse proprio al contrasto dei fenomeni di distruzione del potenziale produttivo oggi in corso per questa tipologia di imprese, che potrebbero giocare un ruolo molto importante nel rilancio del tessuto economico del Paese, attraverso un progetto mirato di modernizzazione ed innovazione rivolto agli esercizi di vicinato da inserire nei progetti dedicati alla rigenerazione urbana. Nel frattempo, è necessario sbloccare immediatamente i provvedimenti di sostegno che sarebbero dovuti arrivare con il DL Ristori V già lo scorso 23 gennaio, e che le imprese stanno ancora aspettando.