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Ncc e bus turistici, le ragioni di una protesta. Questa mattina in piazza Castello la manifestazione organizzata da Federnoleggio-Confesercenti e da Sistema Trasporti

17 Febbraio 2022

> Per il settore perdite dell’80% nel 2020 e del 50% nel 2021

> Gite scolastiche bloccate, viaggi organizzati ridotti al lumicino, quasi sparita la clientela ‘business’

> Istituzioni assenti: i sostegni hanno coperto solo il 5% delle perdite e ai bus è stato addirittura fatto pagare il bollo

> Senza aiuti sostanziosi e immediati, a rischio quasi 1.500 aziende e 5.000 posti di lavoro

 

Torino, 17 febbraio 2022 – “Da oltre due anni siamo bloccati, con i bus turistici sui piazzali e le prenotazioni delle auto quasi azzerate: il settore è in ginocchio, con perdite di fatturato dell’80% nel 2020 e del 50% nel 2021; dopo una parziale ripresa nella scorsa estate, comunque limitata al 40% dell’operatività, da novembre in poi sono ricominciate le disdette, e i nostri mezzi sono di nuovo fermi”: sono queste le difficoltà che hanno indotto gli operatori Ncc (noleggio con conducente) e dei bus turistici a scendere in piazza questa mattina a Torino (come nelle altre principali città italiane).

La manifestazione di piazza Castello è stata organizzata da Federnoleggio-Confesercenti e da Sistema Trasporti, due delle maggiori sigle di categoria, che lanciano l’allarme sulla condizione del settore: nel 2020 e nel 2021 sono state bloccate le gite scolastiche e i viaggi organizzati sono ridotti al lumicino; quanto alla clientela business che usa le auto, lo smart working e le riunioni a distanza hanno diradato gli spostamenti. Per un comparto basato sulla mobilità delle persone tutto ciò ha rappresentato un colpo durissimo.

In Piemonte sono circa 220 le aziende nel settore bus e oltre un migliaio quelle operanti nel settore auto per un totale di quasi 5.000 addetti, fra titolari e dipendenti; i mezzi coinvolti sono oltre 4000: 1136 bus e 3000 vetture.

“Ciò che le imprese hanno ricevuto dal governo in termini di sostegni/ristori – spiegano le associazioni – rappresenta in media per ciascuna di esse poco più del 5% delle perdite subite. D’altra parte, se si pensa che un solo bus, per poter garantire una redditività adeguata e il proprio ammortamento, deve generare un fatturato di circa 100.000 euro l’anno, è facile comprendere come la situazione sia drammatica.

“A livello locale le cose non sono andate meglio: l’unico provvedimento è stato la sospensione del bollo per le auto, ma i bus non hanno avuto neppure quella. La Regione Piemonte ha brillato per la sua assenza: non ha fatto nulla e non ha neppure mai risposto alle nostre richieste di incontro.

“Ma non basta: nel settembre 2021 il governo ha trasferito fondi alle Regioni per sostenere i trasporti locali: neppure una piccola parte di questo stanziamento è andata alle imprese del settore, perché è stato invece tutto concentrato sul trasporto pubblico. Con risultati evidentemente non soddisfacenti, visto l’affollamento dei mezzi. Eppure le aziende private si erano dette disponibili a offrire i loro mezzi per consentire di alleggerire la pressione sui trasporto pubblico locale. Se è vero che uno dei punti deboli delle misure antipandemia ha riguardato l’eccessivo affollamento dei mezzi, non si capisce perché gli operatori privati non siano mai stati interpellati: il che avrebbe consentito loro di lavorare e al trasporto pubblico di essere meno congestionato”.

“La misura è colma – dicono Tiziano Merlin e Fabio Finocchiaro, presidente e vicepresidente di Federnoleggio-Confesercenti -. Le nostre aziende rischiano la chiusura, con conseguenze occupazionali devastanti. Chiediamo a governo e istituzioni locali interventi di sostegno immediati e sostanziosi. I nostri mezzi, stando fermi, si usurano e perdono valore. A gennaio sono ripartite le rate dei finanziamenti e dei leasing che erano state bloccate per la pandemia. E in questa situazione ai nostri bus è stata negata persino l’esenzione dal bollo e l’accesso al ‘bonus montagna’. Sappiamo perfettamente che la soluzione vera è la piena ripresa del turismo e degli spostamenti, ma molte delle nostre aziende non arriveranno a quel momento, se non verranno sostenute e accompagnate adeguatamente”.

“Stiamo manifestando contemporaneamente nelle principali città italiane per difendere le nostre imprese, il lavoro dei nostri dipendenti e di tutto l’indotto collegato. Un comparto che in Italia conta circa 40.000 imprese e 200.000 lavoratori”, aggiunge Marco Ferrari, responsabile piemontese di Sistema Trasporti.

Alla fine della manifestazione una delegazione di operatori è stata ricevuta in prefettura per illustrare le richieste della categoria.
Ristori immediati: il settore non ha avuto accesso a forme di ristoro, salvo quello previsto nell’aprile 2020.
Sconto sulle accise del carburante: da fonti del ministero dei Trasporti ammonterebbero a circa 200 milioni di euro all’anno.
– Interventi per contrastare la svalutazione dei mezzi, beni strumentali delle aziende, visto il loro mancato utilizzo.
Esenzione dal bollo per gli anni 2022, 2023 e 2024.
Erogazione del “bonus montagna”, promesso dalla Regione Piemonte, sia per i bus turistici, sia per gli Ncc auto.