Torino, 17 aprile 2015 – In merito alla sanzione elevata dai vigili nella chiesa di san Filippo Neri, Micol Caramello, presidente di Federagit, l’associazione delle guide turistiche della Confesercenti, dichiara: “Se la vicenda si è svolta come riportato dalla stampa cittadina, si è trattato di un intervento assolutamente opportuno e legittimo. Le regole devono valere per tutti e la situazione verificatasi nella chiesa di San Filippo Neri era evidentemente al di fuori di tali regole. Risulta, infatti, che l’associazione San Filippo promuova sé stessa e le sue visite guidate attraverso un sito dedicato (www.associazionesanfilippo.it) con percorsi fuori San Filippo e a pagamento, senza riservare tali attività ai soli associati, come prevede la vigente normativa in questi casi. Ciò significa che si tratta di attività commerciale.
“Troppe volte e in troppe occasioni persone non abilitate si improvvisano ‘guide’, con grave danno non solo della nostra categoria, ma più in generale dell’immagine di Torino e della qualità del servizio. La guida è infatti il ‘biglietto da visita’ della città. Né in questo caso vale il riferimento a una presunta attività di volontariato: i volontari veri – di cui apprezziamo il lavoro e con i quali spesso collaboriamo – non chiedono compenso per la loro attività: in occasione delle Olimpiadi Invernali come – fra qualche giorno – dell’Ostensione della Sindone si è apprezzato e si apprezzerà il loro ruolo. Ma tutto ciò che c’entra con la vicenda raccontata ieri dai giornali?
“Le regole (come è spiegato più avanti) sono peraltro molto semplici: l’attività di guida spetta alle persone abilitate secondo i requisiti previsti dalla legge; l’attività di volontariato non prevede compenso e i beneficiari di tale attività devono essere gli aderenti all’associazione o alla struttura per cui i volontari prestano la loro opera. Il resto si chiama abusivismo. Bene dunque hanno fatto i vigili a intervenire. Chiediamo anzi che i controlli siano intensificati e riguardino attività e fenomeni ben più estesi e preoccupanti di ciò che è accaduto nella chieda di san Filippo Neri, che in fondo riguarda un caso limitato e per certi versi comprensibile, anche se non giustificabile.
“Detto questo, voglio precisare – conclude Micol Caramello – che Federagit non ha mai avuto contatti diretti con l’associazione San Filippo e che ha appreso dai giornali l’intera vicenda”