Torino, 21 marzo 2017 – La Fiepet, l’associazione di pubblici esercizi della Confesercenti, ha inviato oggi una lettera agli assessori Rolando e Sacco per chiedere loro l’immediata convocazione del tavolo Tari. “Desideriamo – spiega Fulvio Griffa, presidente della Fiepet – aprire con il Comune un confronto a tutto campo sulla questione della raccolta rifiuti, che il nuovo assetto tariffario adottato dal comune non ha certamente risolto. Si tratta – nel caso dei pubblici esercizi – di variazioni non eccessivamente penalizzanti e di questo diamo atto all’amministrazione. Ma questo non ha minimamente intaccato il vizio di fondo del sistema, l’entità delle tassa in sé: pesantissima, in continua crescita in questi anni e soprattutto sempre meno giustificata dai dati di fatto.
“Oggi un ristorante paga oltre 41 euro al metro quadrato e tariffe ugualmente molto alte gravano sui bar. Fra il 2008 e il 2016 l’aumento della tariffa è stato per i ristoranti del 27,3% e per i bar del 36,7%. Tale pesantissima tariffa viene, per di più, applicata a tutte le superfici del locale, non solo quelle adibite alla somministrazione: ciò fa significativamente lievitare il costo, anche del 30/40%. A fronte di ciò, il conferimento dei rifiuti da parte dei pubblici esercizi sia diminuito del 37%, fra il 2015 il 2005 (rilevamenti Ipla). Dunque l’attuale sistema disattende completamente il principio sul quale si dovrebbe basare: “Chi più inquina più paga”. In questi anni i pubblici esercizi (e non solo loro) hanno inquinato di meno, ma hanno pagato di più.
“A questo – continua Griffa – si aggiunge un’altra grave criticità: il contratto di servizio fra il Comune e l’Amiat che basa su costi indicati dalla stessa Amiat. Se l’Amiat ha potuto in questi anni conseguire lauti utili (circa 15 milioni di euro nel solo 2015), evidentemente tali costi sono stati parametrati in modo ‘generoso’ per l’azienda, per di più in un mercato protetto; dunque, mentre Amiat guadagna sempre di più, le imprese debbono sopportare tariffe esorbitanti che la sostanziale stabilità prevista per il 2017 certo non mitiga. Ma proprio questi utili dimostrano che le tariffe possono esser riviste al ribasso.
“Di questo e non dello ‘zero virgola’ in più o in meno – conclude Griffa – chiediamo che si discuta al tavolo. Si tratta di riformare urgentemente il sistema, rivedendo – da una parte – le tariffe (“chi più inquina più paga” significa anche che “chi meno inquina meno paga”) e – dall’altra mettendo fine al folle meccanismo per cui il costo della raccolta rifiuti è una “variabile indipendente” che – una volta stabilita – il Comune (e quindi i contribuenti) deve coprire comunque. L’esempio “virtuoso” di Settimo Torinese dimostra come le nostre richieste possano trovare pratica applicazione. Quel Comune ha organizzato ormai da qualche anno la raccolta rifiuti basandola su una tariffa articolata: una quota fissa destinata a garantire il sistema di raccolta e una quota variabile basata sui consumi. Siamo fermamente convinti che, con gli opportuni aggiustamenti e adattamenti, anche Torino potrebbe tale equo sistema”.