Il credito di imposta per la sanificazione lascia all’asciutto le imprese. Dall’esplosione dell’emergenza COVID, le attività italiane hanno investito circa 2,1 miliardi di euro per sanificare e rendere sicuri i propri locali al pubblico e ai dipendenti. Ma le risorse previste dal Governo per sostenere l’investimento non ci sono: il fondo del tax credit sanificazione, che avrebbe dovuto coprire il 60% della spesa, dispone di soli 200 milioni di euro, sufficienti a compensare solo un sesto dei quasi 1,3 miliardi di euro che le imprese avrebbero dovuto recuperare.
Così Confesercenti commenta l’arrivo degli importi per il credito di imposta per le spese di sanificazione, annunciato da un comunicato dell’Agenzia delle Entrate. La misura del credito effettivamente utilizzabile, scrive l’Agenzia, è pari al 15,6 per cento – cioè poco più di un sesto – del totale del tax credit di imposta da recuperare. Una bassa percentuale dovuta proprio al limite massimo di spesa per il tax credit, fissato dalla legge in 200 milioni di euro. Per un’impresa del commercio di medie dimensioni, che ha speso 30mila euro in sanificazione e sicurezza, vuol dire recuperare soli 2.800 euro, contro i 18.000 attesi.
In questi mesi, le imprese hanno investito risorse importanti a rendere le proprie attività più sicure, nell’interesse di tutti. Per le attività economiche, in particolare quelle di vicinato, è stato un grande sforzo, portato avanti nonostante la mancanza di liquidità per senso di responsabilità, ma anche nella convinzione che l’aiuto previsto sarebbe arrivato. Purtroppo, invece, le imprese recupereranno un miliardo di euro in meno di quanto avevano preventivato. Una beffa e un ulteriore grave colpo, in particolare per negozi e pubblici esercizi di minori dimensioni, che si trovano già in una situazione critica. Bisogna urgentemente rifinanziare il fondo e sostenere lo sforzo delle imprese.