Si avvicina la scadenza – fissata al prossimo 31 marzo – del versamento della prima rata della sanatoria delle irregolarità formali di natura fiscale eventualmente commesse sino al 31 ottobre 2022: un’opportunità di cui possono beneficiare tutti i contribuenti, indipendentemente dall’attività svolta, dal regime contabile adottato e dalla natura giuridica.
Si può aderire alla sanatoria mediante il pagamento di una somma di 200 euro per ciascun periodo di imposta (2020, 2021, 2022) cui si riferiscono le possibili violazioni; il pagamento deve essere fatto in due rate di pari importo da versare – tramite modello F24 – rispettivamente entro il prossimo 31 marzo e il 31 marzo 2024. Entro quest’ultima data si dovrà procedere anche con la rimozione delle irregolarità formali, cioè rimediare all’errore commesso.
Attenzione, la sanatoria ha un àmbito di applicazione ben definito e non riguarda qualsiasi tipo di irregolarità fiscale: di tale limite il contribuente deve essere pienamente consapevole.
Per il fisco sono irregolarità formali soltanto quelle che non hanno alcun effetto sull’ammontare dei tributi da pagare (relativamente a: imposte dirette, Iva e Irap); altrimenti ci si trova di fronte a irregolarità sostanziali e quindi non sanabili. Ugualmente non sanabili, anche se formali, sono le irregolarità riguardanti l’imposta di registro, quella di successione e le violazioni in materia di voluntary disclosure (investimenti all’estero).
Quindi, a puro titolo di esempio: sono sanabili le anomalie connesse alla tardiva trasmissione delle fatture elettroniche o dei corrispettivi telematici; non lo sono l’errato calcolo di un tributo o – peggio – il suo mancato pagamento.