“Tassare i turisti non ci sembra una buona strategia, proprio in un momento di ripresa come questo. Si rischia di scoraggiare i visitatori, soprattutto le famiglie, offrendo loro un incentivo per ridurre la durata del soggiorno, e di spingere fuori mercato le città d’arte. L’esatto contrario di quello che dovremmo fare”.
Così Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti, commenta l’emendamento che permette ai capoluoghi di provincia che hanno avuto presenze turistiche 20 volte superiori ai residenti di alzare la tassa di soggiorno fino a 10 euro per notte.
“L’imposta di soggiorno è già una gabella poco gradita, anche perché – in teoria – avrebbe dovuto essere un’imposta di scopo destinata agli investimenti per lo sviluppo del turismo, ma le risorse sono arrivate al comparto con il contagocce, e solo in alcuni territori. Con questo nuovo intervento, poi, l’imposta diventa un vero e proprio esborso, da 280 euro a settimana per una famiglia con due figli”.
“Una stangata da evitare assolutamente – conclude Messina – anche in considerazione del fatto che l’imposta di soggiorno già costa agli ospiti delle strutture ricettive italiane più di mezzo miliardo di euro l’anno: tra questa e l’IVA su prodotti e servizi turistici, i visitatori del nostro paese sono tra i turisti più tartassati al mondo”.