“Le accuse mosse dalla procura di Milano ad Airbnb sono gravi. In primo luogo, per l’entità delle somme coinvolte, anche se occorre appurare la reale portata dell’evasione da parte dei locatori; ma soprattutto per l’apparente sistematicità della violazione dell’obbligo di agire come sostituto di imposta da parte di AirBnB. Le accuse vanno, ovviamente, confermate: ma già dimostrano, quantomeno, che esiste un problema di regole sulle piattaforme per gli affitti brevi”.
Così Vittorio Messina, presidente di Assohotel Confesercenti.
“Come diciamo da tempo, il rispetto delle regole del nostro Paese è il nodo da sciogliere per risolvere il caos affitti brevi. Per loro natura, le grandi piattaforme web sono improntate alla deregulation più spinta. Ma quando si trasforma in una porta aperta all’evasione fiscale e all’irregolarità, si crea un problema. Ed è quello che è successo: la deregolamentazione di fatto in cui si è sviluppato il mercato degli affitti brevi in Italia ha già portato a gravi squilibri nel comparto ricettivo, favorendo le non-imprese a tutto svantaggio delle attività imprenditoriali, che sono sottoposte ad un prelievo fiscale più oneroso. Un far west degli affitti brevi cui bisogna assolutamente porre fine”.