Torino, 11 maggio 2023 – 350 locali di ristorazione più 150 “kebabbari”, oltre 100 negozi e 20 aziende di importazione e distribuzione: sono questi i numeri delle attività di cucina e di prodotti etnici a Torino. Quasi 70 di essi (55 locali e 12 botteghe) sono recensiti nella prima edizione di Best Eathnic Torino, la guida ai migliori ristoranti e foodshops di world food, fusion, ethnicusine e street food della città. La guida è digitale e gratuita: https://www.ilgastronomade.com/best-eathnic-torino-2023/.
Curata da Vittorio Castellani aka Chef Kumalè e sostenuta da Confesercenti di Torino e provincia, Sidea Spezie e altri sponsor minori, è stata presentata questa mattina nella la sede di Confesercenti Torino in corso Principe Eugenio 7f, con l’autore e il presidente di Confesercenti, Giancarlo Banchieri. Sono intervenuti molti dei titolari delle attività presenti sulla guida, che hanno raccontato le loro storie.
“È – ha detto Vittorio Castellani – un settore in crescita esponenziale almeno dal 2015 e, dopo la parentesi del Covid, sta riprendendo nuovo vigore: purtroppo, non è ancora conosciuto a sufficienza e lo spazio che gli dedicano i mezzi di informazione è ancora troppo esiguo. La guida ha l’ambizione di contribuire a colmare questa lacuna e vuole essere uno strumento pratico per i tanti – soprattutto giovani – che desiderano avvicinarsi a un tipo di cucina non tradizionale. Non ci sono i voti o le stelle: non si tratta di dare le pagelle, ma di essere utili al lettore-consumatore sul piano informativo”.
Torino è, dopo Milano e Roma, la terza città d’Italia per numero di attività e anche per qualità e varietà. Quattro, in particolare, le aree di aggregazione dei locali: Barriera di Milano, San Salvario, Porta Palazzo e Borgo San Paolo. Ma non si tratta solo di ristoranti. Stanno ormai prendendo piede anche aziende agricole che producono nel Torinese la materia prima: “La materia prima – ha spiegato Castellani – è essenziale e grazie a queste nuove realtà abbiamo la cucina etnica a Km zero“.
Per quanto riguarda la nazionalità dei locali, al primo posto c’è la Cina, poi Turchia, Marocco e Perù. Nei negozi, Cina sempre al primo posto seguita da Perù, Marocco e America Latina.
“Siamo lieti – ha commentato Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti – di partecipare come sponsor alla bella avventura di “Best Eathnic”. Ma la nostra non vuole essere una semplice sponsorizzazione, bensì la condivisione più profonda di un’iniziativa che mette in luce un aspetto di Torino non sempre adeguatamente conosciuto; tanto più se al timone c’è Vittorio Castellani, con il quale intercorre una lunga consuetudine fatta di stima e collaborazione. I locali e le botteghe che la guida segnala rappresentano storie ed esperienze imprenditoriali che meritano di essere valorizzate e Confesercenti è impegnata su questo: d’altra parte, Torino è sempre stata un modello di inclusione e apertura verso chi ha idee e voglia di fare. Le tante attività dedicate alla cucina etnica che ormai Torino può vantare rappresentano non soltanto l’indice dei tanti cambiamenti che stanno avvenendo in città, ma anche un’offerta sempre più ampia e varia dal punto di vista enogastronomico, sia per i torinesi sia per i turisti. In questo settore tradizione e innovazione non sono in contrapposizione“.
Il fatto che la guida sia in formato digitale consente aggiornamenti e inserimenti in tempo reale: “Con la continua evoluzione e il rapido ampliamento del settore ce ne sarà bisogno”, ha detto Castellani. E dai ristoratori è già venuta la richiesta di una traduzione in cinese.
> Nella foto in alto: il gruppo dei ristoratori, con Vittorio Castellani e Giancarlo Banchieri, davanti alla sede di Confesercenti.
> Qui sotto: due momenti della presentazione