L’associazione: “Bisogna garantire equità ed equilibrio fra diverse forme distribuzione commerciale. Nuove regole per l’e-commerce e web tax più equilibrata”
“Per il commercio il 2018 si apre con il segno meno. Sia il dato congiunturale che quello tendenziale, infatti indicano una dinamica negativa, non scontata soprattutto rispetto all’anno precedente”: è quanto si legge in una nota dell’Ufficio economico Confesercenti a commento dei dati diffusi dall’Istat sulle vendite al dettaglio.
“Questo – prosegue la nota – nonostante da gennaio 2018 siano state inserite nella rilevazione anche le imprese che effettuano come attività prevalente quella del commercio elettronico e che giocano di fatto, con un andamento più che positivo, un ruolo di bilanciamento. Queste ultime – che peraltro avevano già registrato nel 2016, primo anno di inserimento nella rilevazione, una crescita delle vendite in volume di oltre il 5% – infatti con il 2,4% (circa 1,3% in volume) sono una delle due tipologie che hanno variazioni positive, insieme ai discount che mettono a segno addirittura un 3,6% in più di fatturato (2,5% circa in volume). L’accelerazione del commercio elettronico – secondo nostre stime nel 2017 sono quasi 18mila i negozi online, quattro negozi online in più ogni giorno, con aumento del 72% dal 2012 – e degli acquisti online degli italiani ha attirato negli ultimi anni molti neo-imprenditori, soprattutto tra i giovani in cerca di occupazione. Ma l’eCommerce è un settore ad altissimo tasso di competizione: ritagliarsi uno spazio al di fuori dei grandi marketplace come Amazon ed eBay è molto difficile. A incidere è un dislivello fiscale tra le attività italiane e quelle estere operanti nel nostro Paese, che permette a queste ultime di essere più competitive sul fronte dei prezzi, oltre ad un ritardo con cui il sistema Italia, a parte poche eccezioni, s’è affacciato a questo mondo. Occorre, perciò, intervenire con una webtax più equilibrata che risolva le pesanti iniquità fiscali, così come serve investire per un aggregatore nazionale che dia visibilità alle PMI italiane dell’eCommerce. Infine, bisogna intervenire su abusivismo e contraffazione, fenomeni purtroppo dilaganti sul web, senza dimenticare le concentrazioni di mercato che impediscono lo sviluppo del settore. Prosegue, invece, in modo preoccupante la parabola negativa delle piccole imprese, che registrano un -2,3% in volume, performance condivisa, a gennaio, anche dall’insieme della GDO (con la sola eccezione positiva dei discount)”.
“In questo scenario – ha sottolineato la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise a margine della Giunta Nazionale che si è riunita oggi a Roma – non ci stanchiamo di ribadire che è prioritario scongiurare gli aumenti IVA previsti dalle clausole di salvaguardia. Se dovessero scattare, infatti, avrebbero un grave impatto sui consumi, portandoci a perdere nel corso del prossimo triennio ben 23 miliardi di euro di spesa. Uno stop che il Paese non può permettersi”.