L’inflazione continua a pesare sui portafogli delle famiglie, che continuano a spendere di più per acquistare di meno, e a produrre effetti negativi sull’andamento delle vendite, secondo quanto emerge dai dati Istat. E il carovita incide, in particolare, sulle imprese del piccolo dettaglio, le più penalizzate: da inizio anno stimiamo un crollo delle vendite in volume di almeno 6,5 punti percentuali, un andamento che se fosse confermato per tutto il 2023, comporterebbe una perdita di 4 miliardi di vendite nei dodici mesi.
Così Confesercenti in una nota.
Dalle rilevazioni si conferma la dinamica per cui nonostante la crescita anche rilevante della spesa in valore, le quantità acquistate si riducono. Considerando, nel complesso, l’intero periodo da gennaio ad agosto, a fronte di un incremento del 4,1% in valore si registra, infatti, una flessione del 3,8% in volume. Riduzione che diventa crollo per le imprese che operano su piccole superfici: secondo nostre valutazioni, ad un aumento dell’1,3% in valore delle vendite corrisponde una perdita di almeno 6,5 punti percentuali in volume.
Uno scenario preoccupante, in cui il rallentamento dei consumi allontana le prospettive di ripresa della nostra economia: il continuo calo di occupazione indipendente ed i saldi negativi sulle aperture e chiusure di imprese del primo semestre 2023 ne sono la prova evidente.