Torino, 20 marzo 2021 – In media, meno del 5% della perdita subita: questo riceveranno le imprese del commercio e del turismo dal decreto Sostegni approvato ieri dal governo: il dato emerge da una simulazione (clicca qui per la tabella completa) condotta da Confesercenti sulla base di quanto previsto dal provvedimento. Si sono ipotizzate un perdita del 30% e una del 60% e due fatturati per ciascuna fascia di beneficio stabilita dal decreto. Nel caso della prima fascia (100mila euro di fatturato con il 60% di contributo) si va dal 7% di copertura della perdita al 5%. Nella seconda fascia (fatturato dal 100mila a 400mila con il 50% di contributo) il beneficio è del 4,2%. Nelle fasce superiori il beneficio si abbassa ulteriormente. Poiché gran parte delle aziende del commercio e del turismo si trova nelle prime due fasce, ne consegue che per loro il beneficio medio è appunto inferiore al 5%.
In ogni caso, qualsiasi sia il contributo per un anno di perdita, esso risulta sempre inferiore alla perdita di un mese (salvo in un’unica, isolata ipotesi). Da notare, infine, che i pochissimi casi in cui il beneficio è percentualmente superiore al 5% ciò dipende dal fatto che il decreto prevede l’integrazione a mille euro (duemila per le società) per tutte quelle aziende il cui contributo calcolato con i parametri previsti risultasse inferiore a quella soglia.
“Purtroppo – dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti – eravamo stati buoni profeti, ieri, ad anticipare questa situazione: i numeri sono impietosi e configurano l’ennesimo provvedimento incapace di venire incontro alle esigenze di imprese ormai allo stremo. Le poche migliaia di euro che ognuna di loro riceverà basteranno a malapena a pagare una mensilità di affitto o a far fronte a qualche bolletta.
“Eppure qualche risorsa in più si sarebbe potuta trovare abolendo provvedimenti come il cashback o la lotteria dello scontrino. E fa male constatare che molti di coloro che potranno aderire al condono fiscale avranno un beneficio superiore a quanti riceveranno il sostegno.
“A questo si aggiunga che l’emergenza non è finita: di per sé insufficiente, il provvedimento lascia fuori il 2021, nonostante le nostre aziende continuino a essere chiuse e non si veda all’orizzonte alcun serio piano per la riapertura.
“Purtroppo – conclude Banchieri – l’auspicato cambio di passo non c’è stato e si continua con la linea delle ridicole mancette: ma a forza di mancette le aziende muoiono”.