I bilanci delle famiglie non si sono mai risollevati dalla crisi. Lo confermano i dati Istat sul potere d’acquisto degli italiani, in calo nell’ultimo trimestre del 2018 ed ancora di 2 miliardi di euro inferiore rispetto allo stesso periodo del 2011. In sette anni, dunque, le famiglie non sono ancora riuscite a recuperare pienamente quanto perduto durante la grande recessione. Così Confesercenti commenta i dati diffusi dall’Istat.
In questo contesto, l’ulteriore calo del potere d’acquisto registrato nell’ultima parte del 2018 non può che preoccupare. La ‘non ripresa’ dei redditi e del potere d’acquisto degli italiani ha infatti influito pesantemente sui consumi, e quindi sul mercato interno e sulle PMI che ad esso fanno riferimento: dal 2011 al 2018 abbiamo perso circa 360mila occupati indipendenti, tra imprenditori e collaboratori familiari. Quasi la metà (168mila) nel commercio, dove a soffrire di più sono stati i negozi di vicinato.
Le previsioni per il 2019, purtroppo, ad ora non lasciano ben sperare. Secondo le stime elaborate da Confesercenti con Cer, difficilmente i consumi nell’anno in corso cresceranno più dello 0,5%. Rispetto alle previsioni della scorsa Nadef, il 2019 si chiuderà con 10 miliardi di consumi in meno, e questa cifra ben illustra la gravità della situazione in cui si è venuta a trovare l’economia italiana, visto che i consumi contribuiscono per il 60% al nostro prodotto interno lordo.
Il prossimo DL Crescita deve necessariamente essere il punto di svolta. Ma per uscire dall’impasse deve essere più forte, e puntare con più decisione ad alleggerire il peso del fisco sui consumi e sugli investimenti che creano lavoro: la via maestra per uscire dalle difficoltà ed evitare che la recessione, da tecnica, diventi conclamata.