Torino, 4 luglio 2019 – È sempre alto l’interesse dei torinesi verso i saldi: almeno 8 su 10 prenderanno in considerazione la possibilità di approfittare degli sconti. Rimane invariato rispetto allo scorso anno il budget destinato agli acquisti: la spesa media si aggirerà sui 220/240 euro. Sono queste le intenzioni dei consumatori a proposito delle vendite di fine stagione che prendono il via dopodomani, sabato 6 luglio, per concludersi il 31 agosto.
Quanto ai commercianti, la speranza – ancor più che negli scorsi anni – è che un livello soddisfacente di vendite contribuisca ad “aggiustare” almeno in parte una stagione che è stata particolarmente deludente: nei primi cinque mesi del 2019, anche a causa del meteo imprevedibile, i consumi di abbigliamento hanno segnato una flessione di un ulteriore 1,3%.
Neppure il 2018 ha brillato: durante lo scorso anno la spesa media in abbigliamento e calzature si è ulteriormente ridotta dello 0,7%. Particolarmente forte è stata la contrazione per gli indumenti per uomo (-2,3%), mentre solo l’abbigliamento per neonati ha registrato una variazione positiva degna di nota (+5,3%). Nel 2018 la spesa delle famiglie in moda si è ridotta in media di 280 euro l’anno rispetto al 2011, per un calo complessivo del 4%, pari a 2,7 miliardi di euro di consumi in meno. Negli ultimi dieci anni nell’Unione europea la spesa moda è invece cresciuta del 6,7%.
Quest’anno, ancora più che in passato, i consumatori troveranno un assortimento particolarmente ricco di taglie, modelli e colori. I commercianti, dunque, sperano che questa ampia scelta e – finalmente – il bel tempo possano dare una spinta agli acquisti. Un parte degli operatori, anzi, si aspetta un lieve incremento (5%) rispetto allo scorso anno e la partecipazione delle attività commerciali ai saldi registra un lieve incremento, arrivando a sfiorare l’80% dei negozi cittadini.
Gli sconti praticati saranno da subito piuttosto elevati: 30-40%. Ma in diversi casi si partirà già col “metà prezzo”.
“Ovviamente – commenta Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti – l’auspicio è che le speranze dei nostri operatori si realizzino. Il vero problema, però, è quello di ripensare alle modalità e ai tempi dei saldi: così come sono concepiti funzionano sempre di meno. Il progressivo restringimento dei consumi nel settore abbigliamento ha dato il via a una sfida a colpi di promozioni sempre più aggressive, prolungate e frequenti mirate al mantenimento dei volumi di vendita.
“Ai momenti tradizionali di sconto come i saldi, che sono legati al ciclo di rinnovamento dei magazzini dei negozi, si sono infatti aggiunte anche occasioni promozionali ad hoc, online e reali. Il risultato è una pressione promozionale ormai fuori controllo. Continuando di questo passo, la quota di prodotti venduti in sconto arriverà già quest’anno al 50%: quasi 700 euro a famiglia di acquisti in promozione, livello che consacra l’Italia come il Paese europeo col maggior peso delle vendite promozionali. Non era questo lo spirito originario dei saldi.
“C’è da fare chiarezza – conclude Banchieri – sulla babele della scontistica. Ormai è un’Italia in saldo: tra pre-saldi, promozioni continue e giornate online come BlackFriday (estivi ed invernali), Prime Day e Cybermonday vari, si è generato un circolo vizioso dannoso per le imprese ma anche per i clienti, che trovano sempre più difficile orientarsi e distinguere tra le offerte reali, come quelle dei saldi, e le promozioni fasulle. Bisogna mettere un freno a questa deriva”.