Un dato positivo, sopra le aspettative. Anche se una rondine non fa primavera, speriamo che il buon andamento delle vendite a febbraio annunci finalmente l’arrivo della bella stagione pure per i consumi, e che le famiglie italiane siano in condizioni di tornare a spendere dopo lo stallo degli ultimi mesi.
Così Confesercenti sui dati relativi alle vendite di febbraio diffusi oggi da Istat, che segnano un buon aumento sull’anno dopo il calo di gennaio. Le vendite sono finalmente tornate al segno più, in valore e volume, per tutte le dimensioni di attività, anche se pure in questo caso si evidenzia il gap tra grandi e piccole superfici, con una crescita della GDO (+3,5%) quasi doppia rispetto a quella messa a segno dai negozi tradizionali (+1,8%).
Il risultato positivo è da attribuire in primo luogo ai prodotti alimentari, ma spiccano anche le buone performance dei prodotti di profumeria (+3%) e in generale di tutti i prodotti legati alla casa, dall’utensileria ai generi casalinghi, fino ai mobili di arredo. In parte gli italiani affrontano finalmente acquisti rimandati da tempo, ma si evidenzia anche una ritrovata attenzione dei consumatori per la dimensione domestica. In generale, la buona performance del mese scorso ha ricevuto un piccolo aiutino anche dalla presenza di un giorno in più – il 29 febbraio – e dall’anticipo delle festività legate al carnevale. Ma incide soprattutto la bassa inflazione, che ha contribuito al recupero del potere d’acquisto: rispetto allo scorso anno, la discesa dei prezzi permetterebbe, a parità di beni e servizi acquistati, un risparmio di circa 2 miliardi di euro per i consumatori italiani.
Ora, per consolidare la ripartenza dei consumi, che ricordiamo essere in questa fase uno dei principali impulsi alla crescita del Pil, sarebbe opportuno procedere a una riduzione del carico fiscale che pesa sugli italiani. Fonti di stampa hanno ipotizzato più volte in questi giorni che l’esecutivo stia analizzando l’ipotesi di un taglio o una rimodulazione dell’Irpef: un intervento che non potremmo che valutare positivamente, visto che permetterebbe di liberare non solo le risorse delle famiglie, ma anche di dare un po’ di respiro alle imprese di minori dimensioni, ancora in affanno.