Torino, 21 marzo 2018 – Tanto più dopo il flash mob di lunedì e comunque dopo tante richieste in questo senso, ci aspettavamo che l’amministrazione presentasse finalmente una sua proposta definitiva e ufficiale sulla questione Ztl. Prendiamo atto che – invece – la sindaca ha preferito utilizzare i social. Ci pare un atteggiamento quanto meno inusuale, ma passiamo oltre e veniamo al merito dell’articolo postato dalla sindaca, sul quale vogliamo formulare qualche domanda ed esprimere qualche valutazione.
Prima, però, ci si consenta un’osservazione generale a proposito dell’approccio di questa amministrazione. Sindaco e assessori continuano a decantare la straordinaria situazione che si verrebbe a creare una volta entrata in vigore la loro ipotesi di riorganizzazione della Ztl centrale: meno traffico, meno inquinamento, negozi pieni, turismo in crescita e via magnificando. Ma se fosse davvero così, perché in tanti protesterebbero? Perché in poche settimane si sarebbero raccolte oltre 5mila firme? Si tratta di gente che rifiuta di stare meglio? Di commercianti che temono l’aumento dei clienti? Di un esercito di oppositori per partito preso? In realtà è tutto da dimostrare che gli effetti positivi descritti si realizzerebbero davvero. E con questo veniamo al merito della questione.
I passaggi parassitari – La sindaca continua a indicare in 31mila i transiti senza sosta: abbiamo chiesto più volte di sapere su quale base è stato fatto un simile conteggio, ma nessuna risposta è arrivata dall’amministrazione. Eppure, si tratta di uno degli elementi su cui poggia l’intera proposta di riforma della Ztl. Quindi ripetiamo la domanda: come è stato calcolato quel numero?
Minore inquinamento – Meno passaggi e quindi meno inquinamento, dice la sindaca. In realtà, i minori passaggi nel centro significherebbero semplicemente maggiori passaggi nelle zone esterne al centro, sulle quali graverebbero più inquinamento e più intasamento: è come spazzare la polvere sotto il tappeto.
Più mezzi pubblici – La sindaca annuncia che i servizi e il numero dei mezzi della Gtt verranno incrementati. Magari fosse così: per ora, chiunque utilizzi un autobus sa benissimo che Gtt ha ridotto i servizi, le corse e – su diverse linee – la frequenza dei passaggi. E allora? Assisteremo a un miracolo nel giro di pochi mesi? Con la situazione di grave sofferenza in cui si trova l’azienda dei trasporti? Ci permettiamo di dubitarne.
Come si vede, tre dei principali presupposti su cui si basa il piano del Comune o non sono dimostrati (i transiti) o sono falsi (la riduzione dell’inquinamento) o sono un pio desiderio non corroborato da alcun piano certo e verificabile (Gtt).
In ogni caso, anche a voler dare per buoni questi presupposti (e – ripetiamo – non lo sono affatto), rimangono invase alcune domande essenziali.
- La sindaca parla di Ztl “aperta” e di un ticket di accesso. Ciò vale per tutti i veicoli senza le limitazioni – di cui l’amministrazione aveva parlato – e la distinzione fra le tipologie di veicoli? Sono dunque spariti i divieti di accesso che avrebbero dovuto coinvolgere gli Euro3 e – progressivamente – gli Euro4 e gli Euro5?
- Come si pagherebbe il ticket di entrata? Attualmente per pagare la sosta c’è una scelta ampia: dal ticket acquistato dal tabaccaio o dalle macchinette erogatrici, all’app, al telepass. E domani? Si tratta di una questione non indifferente. Come non è indifferente sapere come paga la differenza chi si dovesse fermare per un periodo superiore alle due ore di sosta garantite dal ticket di ingresso.
- Come poi tutto ciò riuscirebbe a far calare il costo globale di permanenza nella Ztl è un’altra delle tante affermazioni apodittiche contenute nel post della sindaca.
Insomma: se il post voleva chiarire non ha chiarito un bel nulla. Ha confermato semmai due cose: che i presupposti da cui parte l’amministrazione hanno basi d’argilla e che la stessa amministrazione procede per “aggiustamenti successivi” delle proprie proposte. In questo senso, l’uso dei social è comprensibile: per scrivere nero su bianco e parlare per atti ufficiali bisognerebbe avere le idee chiare e aver risolto le tante contraddizioni, alcune delle quali abbiamo appena evidenziato.
Dunque, gentile sindaca, lo ripetiamo per l’ennesima volta: così non va. Giriamo pagina e ripartiamo con una discussione seria nel merito e con l’ausilio di dati certi. Convochi lei un incontro aperto a tutto il mondo del commercio. Solo così si trovano le soluzioni e si danno risposte vere all’esasperazione montante.