Torino, 1 luglio 2016 – Per i saldi a Torino aumentano clientela e spesa; e anche le aspettative dei commercianti hanno segno positivo: sono i dati più significativi che emergono dal tradizionale sondaggio telefonico effettuato da Confesercenti presso un campione casuale di trecento consumatori e dalle opinioni raccolte fra i commercianti, in vista dei saldi estivi che inizieranno domani, sabato 2 luglio.
> I CONSUMATORI – La percentuale di chi è intenzionato a utilizzare i saldi (76,9%) aumenta di qualche punto rispetto alla scorsa stagione (72,1%). Ugualmente in aumento (al 28,8% rispetto al 24,7%) il numero di coloro che intendono spendere di più, mentre scende al 15,3% (contro il 19,6%) il numero di quanti spenderanno di meno. Sostanzialmente invariata la percentuale di chi spenderà come la volta scorsa.
In crescita anche il valore dello scontrino. Aumentano di qualche punto le fasce di spesa da 100 a 250 euro (35,2% contro 32,3%%) e da 250 a 500 euro (30,1% contro 28,7%). In diminuzione quella che si ferma ai 100 euro (23% contro 27,7%); invariata quella superiore ai 500 euro. In sostanza, si può prevedere uno scontrino medio che si attesta sui 200 euro.
Altrettanto significativo il fatto che aumentino (48,7% contro 44,4%) quanti dichiarano che il loro acquisto sarà “aggiuntivo” rispetto a spese a suo tempo effettuate a prezzo pieno; dunque – almeno in parte – i saldi stanno perdendo il loro carattere di spesa sostitutiva di acquisti non effettuati in stagione: caratteristica che – complice la crisi – negli ultimi anni era sempre più preponderante. Questo mutato atteggiamento dei consumatori è confermato dalla crescita della percentuale (53,7% contro il 48,5%) di chi considera il proprio budget suscettibile di aumento in caso di buone occasioni.
> I COMMERCIANTI – Le dichiarazioni dei consumatori trovano conforto nelle aspettative dei commercianti interpellati da Confesercenti. Secondo la maggioranza di loro, il livello delle vendite dovrebbe essere in aumento rispetto alla stagione precedente: fra il 5% e il 10% almeno nelle zone centrali; la periferia si conferma, invece, il vero punto debole: lì la situazione è molto più problematica e non pochi temono un calo.
Il livello delle vendite – spiegano i commercianti – finora è stato piuttosto fiacco anche a causa di un clima incerto che non invogliava agli acquisti. Il che significa che nei negozi c’è ancora molta scelta – su taglie e modelli – per i consumatori. Ora le belle giornate sembrano essere arrivate e ciò dovrebbe aiutare le vendite. Inoltre, come già lo scorso anno, i commercianti partiranno subito con sconti importanti (30/40%).
Qualcuno ha deciso di “aiutare” le vendite grazie ai social networks: sono sempre di più, infatti i commercianti che – non soltanto in occasione dei saldi – utilizzano facebook, twitter e altri analoghi mezzi per azioni di marketing e promozione, con buoni risultati specialmente presso la clientela più giovane ma non solo.
“Il nostro consueto sondaggio – dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti -, pur non pretendendo di avere carattere di assoluta scientificità, alla prova dei fatti ha sempre dimostrato un buon livello di attendibilità. Speriamo che sia così anche quest’anno: le impressioni raccolte fra i colleghi paiono andare nella stessa direzione. Pur senza incrementi clamorosi, tutti gli indicatori hanno un trend positivo. In questa situazione non ci si può aspettare di più: i consumi non sono ancora ripartiti in modo significativo e, anzi, stando agli ultimi dati nazionali diffusi dall’Istat, il livello di fiducia dei consumatori e quello delle vendite sono nuovamente in calo. Speriamo, dunque, che i saldi siano in controtendenza. Peraltro, almeno a Torino, già in occasione dei precedenti saldi invernali ed estivi il consuntivo delle vendite aveva avuto un segno positivo che auspichiamo di vedere confermato, anche se permangono le preoccupazioni per le zone periferiche: sarebbe una bella boccata d’ossigeno per un settore nel quale fra il 2012 e il 2015 la spesa delle famiglie è diminuita dell’8,7%”.
Ecco di seguito un breve vademecum con le principali regole da osservare.
1 Nelle vendite di fine stagione deve essere esposto obbligatoriamente: a. il prezzo normale di vendita iniziale; b. lo sconto o il ribasso espresso in percentuale; c. il prezzo di vendita praticato a seguito dello sconto o ribasso.
2 È vietato all’operatore commerciale indicare prezzi ulteriori e diversi rispetto a quanto previsto dal punto precedente.
3 I messaggi pubblicitari relativi alle vendite di fine stagione devono essere presentati, anche graficamente, in modo non ingannevole per il consumatore.
4 Tutte le comunicazioni pubblicitarie relative alle vendite di fine stagione devono indicare la durata esatta della vendita stessa.
5 L’operatore commerciale ha l’obbligo di fornire informazioni veritiere relativamente agli sconti o ai ribassi praticati, tanto nelle comunicazioni pubblicitarie, quanto nella indicazione dei prezzi nei locali di vendita.
6 L’operatore commerciale deve essere in grado di dimostrare la veridicità delle informazioni fornite agli organi di controllo.
7 Le merci oggetto delle vendite di fine stagione devono essere fisicamente separate in modo chiaro e inequivoco da quelle eventualmente poste in vendita alle condizioni ordinarie. Qualora la separazione non sia possibile, l’operatore commerciale deve indicare, con cartelli o altri mezzi idonei, le merci che non sono oggetto delle vendite di fine stagione, sempre che ciò possa essere fatto in modo inequivoco e non ingannevole per il consumatore. In caso contrario, non possono essere poste in vendita merci a condizioni ordinarie.
8 Le merci oggetto delle vendite di fine stagione devono essere vendute ai compratori secondo l’ordine cronologico delle richieste, senza limitazioni di quantità e senza abbinamenti con altre merci, fino all’esaurimento delle scorte. L’eventuale esaurimento delle scorte di taluni prodotti deve essere portato a conoscenza del pubblico con avviso ben visibile.
9 Nel corso di vendite di fine stagione il rivenditore è comunque tenuto a sostituire i prodotti difettosi o a rimborsarne il prezzo pagato.
10 Nelle vendite di fine stagione è vietato l’uso della dizione “vendite fallimentari” come pure ogni riferimento a fallimenti, procedure esecutive, individuali o concorsuali, e simili, anche come termine di paragone.