“Solo nel 2020 gli imprenditori del settore alberghiero hanno visto bruciare 11 miliardi di fatturato, con cali di presenze turistiche dal 50% al 90%, soprattutto nelle città d’arte. Per questo su tariffe, canoni e costi fissi degli alberghi occorre fare di più. La riduzione del 30% del canone Rai, disposta dal decreto Sostegni, è di fatto inaccettabile: le stanze sono vuote ma ci viene chiesto ugualmente di pagare un abbonamento televisivo, già corrisposto per intero l’anno scorso, per degli apparecchi che nessuno utilizza”.
Così il vice presidente vicario di Assohotel, Nicola Scolamacchia, in una nota.
“Di fronte a ristori così esigui – sottolinea – il minimo che si possa fare è aiutare le imprese a contenere le uscite. Richiamando le parole del Presidente Draghi, “questo è un anno in cui non si chiedono, si danno soldi”. Chiediamo pertanto uno stop, per l’intero anno 2021, a tutti i canoni e le tariffe, da Rai a SIAE, insieme al prolungamento dell’esenzione dell’Imu fino alla fine dell’anno. E’ indispensabile, inoltre, un intervento diretto verso i comuni per un abbattimento della tassazione locale, in particolar modo per la Tari, slegata dalla capacità di produrre reddito ed oggi la tassa più odiosa per gli albergatori”.
“Infine – conclude Scolamacchia – attendiamo quanto prima provvedimenti mirati a favorire gli investimenti privati ed il rilancio del settore: 400 milioni sono già stanziati e disponibili per il “Tax Credito Riqualificazione”, del quale però manca il Decreto attuativo. Parimenti, auspichiamo l’estensione dell’ecobonus 110% agli alberghi, ampliandone l’utilizzo anche per gli adempimenti alle normative antincendio, ed il bonus facciate 90% per l’intero edificio, volti a favorire la realizzazione di strutture di accoglienza più moderne e come volano per l’economia turistica dei territori.