Torino, 1 aprile 2015 – A Torino Pasqua all’insegna del turismo, soprattutto grazie al rinnovato museo egizio e alla mostra di Tamara de Lempicka. Gli albergatori – interpellati da Confesercenti nell’àmbito di un sondaggio effettuato anche fra commercianti, ristoratori e agenzie di viaggi in vista delle prossime festività – parlano di un 20% negli afflussi turistici rispetto alla Pasqua 2014, con un’occupazione delle camere ampiamente superiore alla media stagionale. Un altro elemento che attira visitatori sono le diverse manifestazioni sportive che si svolgono nell’ambito di Torino capitale dello sport. Anche le guide turistiche abilitate segnalano un ottimo livello di prenotazioni di visite guidate, che si attesta su un +25/30% rispetto alla scorsa Pasqua: si tratta – spiegano le guide – soprattutto di famiglie o gruppi di famiglie.
Questi afflussi – dicono gli operatori interpellati da Confesercenti – dovrebbero complessivamente favorire anche la ristorazione e i pubblici esercizi in genere.
La Pasqua nel segno del turismo che si prospetta per Torino riguarda invece pochi torinesi, la maggioranza dei quali non ha programmato viaggi: rispetto allo scorso anno, agenzie di viaggio e tour operators denunciano un calo (-10/15%) nelle prenotazioni a Pasqua come – almeno finora – per i due fine settimana del 25 aprile e del 1maggio. Per chi parte, le mete preferite sono soprattutto italiane, poi le capitali europee (Barcellona, Parigi, Londra, Atene); in forte calo le destinazioni mediorientali o nordafricane considerate a rischio in questo momento. L’impressione è che molti torinesi stiano rinunciando alla breve vacanza di Pasqua per concentrarsi sulle ferie estive, per le quali le prenotazioni sono date già ora in leggero aumento.
Molti torinesi, dunque, passeranno la Pasqua a casa (come lo scorso anno). Anche in questo àmbito, dati e soprattutto aspettative dei commercianti sono nel segno dell’ottimismo, specialmente per i tre articoli tipicamente pasquali: agnelli, colombe e uova.
Agnelli – Già in questi giorni si registra un +5% negli acquisti e si spera in un uleriuorre incremento fra sdabo e domenica, soprattutto se il bel tempo consentirà la gita fuori porta di lunedì: il grosso delle prenotazioni per le grigliate ci sarà nei prossimi giorni. I prezzi non sono aumentati rispetto allo scorso anno: per agnelli nostrani in media 14-15 euro il chilo per la coscia, 16-17 per le cotolette, 14-15 per la spalla; 10-11 euro per gli agnelli di provenienza inglese o spagnola; per costine di maiale 8-9 euro; il capretto nostrano è sui 18 euro il chilo.
Colombe e uova – I commercianti parlano di acquisti iniziati dallo scorso fine settimana e contano su una ulteriore accelerazione in questi ultimi giorni. La previsione è quella di vendite almeno paragonabili a quelle registrate lo scorso anno (che non era stato negativo), ma si spera in un incremento. Si mantiene una significativa fascia di clientela che preferisce i dolci artigianali. Anche in questo caso, i prezzi sono invariati rispetto al 2014: colomba a 22/25 euro al chilo, uova a 50/60 euro per i prodotti di pasticceria.
Gastronomia – Anche qui buoni gli ordinativi, a conferma di una Pasqua passata soprattutto in famiglia, ma in questo caso una valutazione più certa potrà essere fatta nella giornata di sabato.
“I dati – commenta Stefano Papini, presidente di Confesercenti – confermano l’attrazione che Torino è sempre di più in grado di esercitare sul piano turistico, ma anche che sta ritornando fra i torinesi la propensione a spendere (a parte i viaggi). È il terzo segnale positivo in questo senso, dopo il Natale e i saldi invernali. C’è solo da sperare che questa tendenza si consolidi e si ampli: il commercio torinese (e non solo) ha bisogno di recuperare molti anni di contrazione preoccupante dei consumi. Forse è ancora azzardato parla di svolta, ma certamente il clima sta cambiando. Ciò è avvalorato dal sondaggio che Swg ha condotto per Confesercenti a livello nazionale: secondo il 44% dei nostri connazionali, si sta per aprire una stagione migliore per l’economia, il lavoro e i consumi: una quota per la prima volta maggiore degli scettici, che sono il 40%, mentre un 16% è ancora incerto”.