Gli interventi sulle accise e quelli per contrastare gli aumenti di energia e gas funzionano, con la fine dello stato d’emergenza potrebbero far ripartire turismo e spesa delle famiglie
Le misure di contrasto agli aumenti di bollette e carburanti si stanno dimostrando efficaci. È necessario mantenerle: insieme alla fine dello stato di emergenza, potrebbero infatti fermare la corsa dell’inflazione al 6% e permettere di recuperare circa 10 miliardi di euro di consumi, evitando così una variazione negativa del Pil nel secondo trimestre e scongiurando il pericolo di recessione per quest’anno.
A stimarlo è Confesercenti, che presenterà questi dati oggi in audizione presso le Commissioni Riunite VI Finanze e tesoro e X Industria, commercio e turismo del Senato sul DL 21/2022, “Contrasto degli effetti economici e umanitari della crisi ucraina”.
In particolare, il taglio delle accise sui carburanti e la fine delle restrizioni potrebbero portare a 9 milioni le presenze di turisti italiani nel mese di aprile, per una spesa di circa 1 miliardo di euro. Valori ancora lontanissimi dalla normalità pre-pandemica, ma più che doppi rispetto al dato dell’aprile 2021. Positivo anche l’effetto dell’intervento per contenere l’aumento delle bollette. Anche se i prezzi internazionali delle materie prime continuano a salire, l’Arera ha già annunciato per il trimestre corrente un calo del 10,2% per l’elettricità e del 10% per il gas. Nonostante l’aggravio per cittadini e imprese resti elevato – nel caso di una famiglia-tipo, 430 euro annui per l’elettricità e 686 euro per il gas – è il primo segnale di allentamento delle tensioni dopo quasi 18 mesi di aumenti, e contribuirà, insieme allo sconto alla pompa, a contenere l’inflazione.
Una condizione essenziale per permettere alla fine dello stato d’emergenza di dispiegare i suoi effetti positivi, permettendo di realizzare un incremento di 10 miliardi di euro circa dei consumi nei settori del turismo, dei trasporti e di ricreazione e cultura. Un aumento di spesa in grado di sostenere la dinamica del Pil e bilanciare gli effetti negativi che l’industria manifatturiera sta subendo per via delle tensioni internazionali. Nell’intero secondo trimestre, valutiamo che l’incremento del Pil possa essere dello 0,1%, da una parte evitando così una recessione, dall’altra aprendo la via per un aumento dello 0,8% nel trimestre estivo.
Per consolidare questi risultati, però, è fondamentale proseguire nell’azione di contrasto del caro energia e carburanti. Vanno conservati l’azzeramento degli oneri di sistema che gravano sulle bollette elettriche, così come la riduzione al 5% dell’Iva sul gas. Anche la misura ‘taglia-accise’, che scade il 22 aprile, va prorogata o sostituita dall’introduzione su base permanente dell’accisa mobile, che si riduca in proporzione all’aumento dell’IVA in caso di incrementi dei prezzi internazionali. Nella drammaticità della situazione odierna, queste misure possono conservare la nostra economia su un sentiero di crescita. La fine prematura degli interventi, invece, determinerebbe un rallentamento del PIL e spingerebbe l’inflazione verso l’8%, vanificando così l’intera eredità positiva del 2021 e aprendo le porte alla recessione.