È un autunno decisamente freddo per la fiducia di famiglie ed imprese, in distonia con la condizione climatica reale. Il clima di fiducia peggiora sia per i consumatori che per le imprese. Per queste ultime, in particolare, il 2018 si è rivelato un anno negativo: il calo dell’indice registrato da Istat a novembre è infatti il quinto consecutivo su base mensile. È il commento di Confesercenti sui dati diffusi oggi da Istat.
Per quanto riguarda i consumatori, nel confronto con inizio anno scivolano in territorio negativo tutti i principali indicatori di fiducia. Il dato generale di novembre si colloca infatti 0,7 punti al di sotto del valore di gennaio, ma contrazioni più marcate si rilevano per gli indicatori sul clima economico (-9,6 punti) e sul clima futuro (-2,1 punti).
Il quadro economico è percepito dalle famiglie come sempre meno favorevole e ciò scoraggia ulteriormente le decisioni di spesa. Il rischio ormai è che anche per tutto il 2019 la crescita dei consumi si collochi stabilmente al di sotto dell’1% rimanendo molto distante dalle variazioni attese in tutti gli altri grandi Paesi europei.
Sul fronte delle imprese, invece, la flessione attuale riguarda sostanzialmente tutti i settori, seppur con intensità diverse. Per il commercio al dettaglio, nel complesso, si registra una crescita dell’indice di 4 decimali, grazie esclusivamente ad una valutazione positiva della Grande distribuzione organizzata – cresce di 2,5 punti – mentre l’indice specifico del commercio tradizionale si riduce di mezzo punto.
“Sul giudizio delle imprese e delle famiglie pesano, inevitabilmente, le incertezze sulla legge di bilancio – afferma la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise – ma anche un rallentamento dei consumi interni. Per le piccole superfici commerciali il 2018 ha segnato un passo indietro: nei primi 9 mesi abbiamo realizzato 900 milioni di vendite in meno rispetto allo stesso periodo del 2017. La spesa delle famiglie non si è mai ripresa veramente dagli anni della crisi e continua ad essere molto debole. Per questo chiediamo al Governo, che in queste ore sta trattando con Bruxelles la ‘limatura’ del deficit della manovra, di dare precedenza a investimenti per la crescita alleggerimento del fisco, per ridare finalmente fiato al potere d’acquisto delle famiglie e fiducia alle imprese: una spinta necessaria e decisiva per la crescita dell’economia e dei consumi interni”.