Approvato il decreto legge per il periodo festivo: zona rossa dal 24 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021, tranne che nei giorni 28, 29, 30 dicembre e 4 gennaio nei quali è prevista la zona arancione. Per il commercio, valgono dunque le regole previste dal Dpcm del 3 dicembre scorso che aveva istituito i “colori”
ZONA ROSSA (24, 25, 26, 27, 31 dicembre 2020 e 1, 2, 3, 5 e 6 gennaio 2021)
NEGOZI
Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità individuate nell’allegato 23 del Dpcm (per l’elenco completo clicca qui), sia negli esercizi di vicinato sia nelle medie e grandi strutture di vendita, anche ricompresi nei centri commerciali, purché sia consentito l’accesso alle sole predette attività e ferme restando le chiusure nei giorni festivi e prefestivi. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie.
MERCATI
Sono chiusi i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici.
SOMMINISTRAZIONE
Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale a condizione che vengano rispettati i protocolli o le linee guida diretti a prevenire o contenere il contagio. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Restano comunque aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.
ZONA ARANCIONE (28, 29, 30 dicembre 2020 e 4 gennaio 2021)
Nelle giornate della zona arancione possono aprire i mercati e le attività di vendita fino alle 21, mentre per le attività di somministrazione valgono le stesse regole della zona rossa.
> Ecco la sintesi del provvedimento nelle slides pubblicate dal governo
slide_decreto_20201218
IL RISTORO PER LE ATTIVITÀ DI SOMMINISTRTAZIONE
Il decreto prevede lo stanziamento di 645 milioni di euro da destinare al ristoro immediato delle attività di somministrazione di alimenti e bevande che vedranno un calo del fatturato a causa delle misure disposte a tutela della salute. Tali attività riceveranno un contributo pari a quello già ottenuto in seguito all’approvazione del cosiddetto “decreto rilancio”. Il contributo verrà erogato in automatico.
Ecco le attività che ne beneficeranno (codice Ateco 56)
561011 – Ristorazione con somministrazione
561012 – Attività di ristorazione connesse alle aziende agricole
561020 – Ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da asporto
561030 – Gelaterie e pasticcerie
561041 – Gelaterie e pasticcerie ambulanti
561042 – Ristorazione ambulante
561050 – Ristorazione su treni e navi
562100 – Catering per eventi, banqueting
562910 – Mense
562920 – Catering continuativo su base contrattuale
563000 – Bar e altri esercizi simili senza cucina
Banchieri, presidente di Confesercenti: “Decreto Natale, oltre al danno
economico c’è in gioco la tenuta psicologica di tanti operatori.
Le istituzioni non possono cavarsela con ridicole mancette”
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Torino, 19 dicembre 2020 – In merito al ‘decreto Natale” approvato ieri, il presidente di Confesercenti, Giancarlo Banchieri, dichiara: “Abbiamo già detto quale sia il danno economico che le nuove restrizioni provocano alle imprese del commercio, in particolare a quelle della somministrazione. Possiamo aggiungere anche che il ristoro previsto è irrisorio e assolutamente inadeguato: le risorse stanziate per tutta l’Italia servirebbero a malapena per il solo Piemonte. E sottolineiamo pure il rischio chiusura per tante aziende con gravi ripercussioni per l’occupazione. Tutte cose vere, purtroppo, se stiamo ai semplici numeri. Ma oggi è venuto momento di concentrare l’attenzione su un altro elemento di cui finora si è tenuto poco conto, ma che sta diventando preoccupante e che emerge sempre più spesso dai confronti che ogni giorno ho con i colleghi: la tenuta psicologica di tanti operatori.
“Dopo quasi un anno di emergenza Covid, in tantissimi di loro, sempre più esasperati, tende ormai a prevalere un sentimento di sfiducia. Dobbiamo per l’ennesima volta tirare giù le serrande, senza sapere quando davvero le potremo rialzare e potendo contare su ristori esigui e non proporzionati per dicembre, tradizionalmente il mese con gli incassi maggiori. Ma dal 7 gennaio i problemi non saranno certo risolti e non si sa quando potrà finire questo estenuante ‘stop and go’ Di sicuro i sacrifici richiesti al nostro mondo stanno diventando ardui da superare non solo economicamente, ma anche psicologicamente. Siamo abituati a tirarci su le maniche e a venire fuori dai guai da soli. Lo abbiamo sempre fatto. Questa volta è terribilmente più difficile: le imprese sono sole e la politica pensa di cavarsela con qualche ridicola mancetta. Tutto ciò non è più accettabile: o si interviene subito, o la devastazione sociale e psicologica provocata da questa inerzia rischia di avere conseguenze gravissime”.
Secondo le stime dell’ufficio studi di Confesercenti la nuove restrizioni in Piemonte comporteranno per le imprese del commercio un’ulteriore perdita di circa 700 milioni. Il solo divieto del pranzo di Natale e del cenone di Capodanno comporta per i ristoratori un mancato introito di circa 60 milioni. Tutto ciò si inserisce in un contesto di generale contrazione dei consumi natalizi quantificabile in circa il 20% rispetto al 2019.