Un calo di fiducia purtroppo largamente atteso, quello diffuso oggi dall’Istat sul clima di fiducia di famiglie ed imprese. La ripresa dei contagi dovuti alla pandemia e, soprattutto, l’esplosione della guerra in Ucraina insieme all’aumento dei prezzi dell’energia hanno fatto sprofondare le aspettative di consumatori e messo in allarme le imprese. Così l’Ufficio economico Confesercenti in una nota.
L’indice delle famiglie crolla, infatti, di ben 12 punti, testimoniando lo stato di grande apprensione ed incertezza che sta facendo precipitare il sentiment delle persone, preoccupate dall’impatto del caro-energia sui prezzi degli altri beni ma anche da paure per supposte carenze di prodotti di prima necessità. Per quanto riguarda le imprese, invece, si registra per ora solo una flessione di 2,5 punti, ma con significative difformità: al cauto ottimismo del settore delle costruzioni, provocato dagli effetti ormai a pieno ritmo del bonus del 110% e al miglioramento del clima delle attività turistiche per la prima primavera senza restrizioni dal 2019, fa da contraltare un più deciso pessimismo del commercio, il cui indice scende di 4,5 punti percentuali segnalando, soprattutto con riguardo agli ordini futuri, una previsione di diminuzione delle vendite.
Uno scenario non privo di complessità per cittadini e imprese, ancora alle prese con una pandemia che non può certo dirsi conclusa. Bene, dunque, i provvedimenti del Governo per fronteggiare la corsa dei prezzi di gas e luce; ma ora si attende dal Consiglio europeo di questi giorni una forte risposta comune dei Paesi dell’Unione, con misure volte a contenere la crisi in corso, in particolare sul fronte energetico, per fronteggiare la pesante incertezza legata ad un conflitto i cui sviluppi sono difficili da prevedere.