Avvio al rallentatore per il 2019. L’inflazione frena e conferma la debolezza del mercato interno: il calo segnato dall’indice dei prezzi a gennaio – il secondo consecutivo – è dovuto ad una domanda purtroppo ancora stagnante. In questo contesto, è probabile che il tasso di inflazione continui a decelerare per tutto l’anno, scendendo sotto la soglia dell’1%, in netto calo rispetto all’1,2% previsto dalla nota d’aggiornamento del DEF. Un segnale che lascia presagire un anno difficile per i consumi.
Così l’Ufficio economico Confesercenti commenta i dati preliminari sui prezzi di gennaio diffusi dall’Istat.
Nel 2018 i prezzi avevano mantenuto ancora un andamento moderato (+1,2%, come nel 2017), ma solo grazie alle spinte provenienti dalla componente energetica del paniere. Una spinta che si è esaurita negli ultimi mesi, confermando la tendenza alla stagnazione dei prezzi del mercato italiano. Una propensione ormai quasi decennale che condividiamo con le altre economie dell’areo euro, rispetto alle quali, però continuiamo a mantenere un differenziale negativo. Segnale di una spesa delle famiglie che è in frenata da ormai troppo tempo, ed appare improbabile un recupero a breve della domanda interna. In questo scenario, gli aumenti IVA di 13 miliardi tra il 2020 ed il 2021 previsti dalle clausole di salvaguardia sarebbero una mannaia su prospettive già difficili. Bisogna fermarli subito, e procedere ad invertire i segnali di debolezza che arrivano dall’economia, impegnando risorse per investimenti e consumi.