Inflazione migliore delle attese a settembre: l’Istat, infatti, rivede al ribasso i prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) che al lordo dei tabacchi nel mese sono diminuiti dello 0,2% su base mensile mentre sono aumentati del 2,5% su base tendenziale (-0,1% e +2,6% rispettivamente nella stima preliminare.) L’inflazione acquisita per il 2021 resta pari all’1,7%.
Anche se la stima è stata rivista, l’inflazione è comunque aumentata portandosi a un livello che non si registrava da novembre 2012. Oltre all’aumento molto ampio dei prezzi dei Beni energetici (da +19,8% tendenziale di agosto a +20,2% a settembre), sia per la componenteregolamentata sia per quella non regolamentata, si registrano accelerazioni della crescita dei prezzi anche in altri compartimerceologici, che spingono l’inflazione di fondo, al netto deglienergetici e degli alimentari freschi, all’uno per cento. Anche i prezzi del cosiddetto carrello della spesa accelerano nuovamente (da +0,6% a +0,9%), registrando un aumento che rimane però inferiore a quello riferito all’intero paniere.L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe rispettivamente da +0,6% a +1,0% e da +0,5% a +1,1%.
Il calo congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-3,1%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,5%), in entrambi i casi dovuta per lo più a fattori stagionali; tale dinamica è stata solo in parte compensata dall’aumento dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+0,8%).L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,7% per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo. Accelerano oltre ai prezzi dei Beni alimentari, quelli per la cura della casa e della persona (il cosiddetto carrello della spesa) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,4% a +2,6%).