A marzo il clima di fiducia dei consumatori migliora “lievemente“, mentre diminuisce quello delle imprese. Gli indici Istat, infatti, registrano un aumento dai 114,5 punti di febbraio a 115 per i consumatori e un calo da 103,2 a 100,1 per le aziende.
Dall’Istituto di statistica precisano che le interviste sono concentrate nei primi 15 giorni del mese, prima degli attentati di Bruxelles del 22 marzo. Tra le aziende, la fiducia sale solo nella manifattura (a 102,2 da 102) mentre il calo maggiore è nei servizi (a 103,2 da 106,5). Segue il calo delle costruzioni (a 118,4 da 119,3) e del commercio al dettaglio (a 104,9 da 106,8). Tra i consumatori sono in progresso le componenti economica, corrente e futura del clima di fiducia, mentre la componente personale mostra una leggera flessione. Migliorano sia i giudizisia le aspettative sull’attuale situazione economica del Paese. Scendono invece i giudizi suiprezzi nei passati 12 mesi e le attese nei prossimi 12 mesi e restano invariate le attese didisoccupazione.
Tornando alle imprese, nella manifattura migliorano i giudizi sugli ordini, rimangono stabili le attese sulla produzione e calano i giudizi sulle scorte. Nelle costruzioni peggiorano i giudizisugli ordini e piani di costruzione e restano invariate le attese sull’occupazione. Nei servizi diminuiscono i giudizi e le attese sugli ordini, migliorano invece le attese sull’andamentodell’economia italiana.
Nel commercio al dettaglio, infine, peggiora il saldo dei giudizi sulle vendite correnti, aumenta quello relativo alle attese sulle vendite future e le scorte di magazzino sono giudicate in accumulo.
“L’andamento del clima di fiducia riportato dall’Istat – commenta Confesercenti – riflette sostanzialmente il clima di incertezza sia da parte delle famiglie, nonostante il lieve miglioramento, sia da parte delle imprese. Tra queste ultime, però, colpisce la tenuta delle piccole aziende che, nonostante una ripresa economica incerta, mostrano di conservare un atteggiamento positivo rispetto alla situazione attuale e buone aspettative rispetto al futuro. In particolare, il clima di fiducia del commercio al dettaglio, scende nel complesso da 106,8 a 104,9. E’ il saldo dei giudizi sulle vendite correnti a peggiorare: siamo lontani da quei miglioramenti che si erano registrati nella seconda metà 2015 e, d’altra parte, l’andamento delle vendite parla chiaro. Nel mese di marzo il saldo dei giudizi sulle vendite correnti passa da 13 a 5 ma era arrivato a 32 a novembre 2015. Le attese invece sulle vendite future passano da 19 a 28 registrando un miglioramento. Nei giudizi degli operatori del commercio al dettaglio, il 2016 non sembra, comunque, portarsi dietro quella ripresa tanto sperata”.