La frenata dell’inflazione non fa ripartire consumi e vendite: Natale e fine d’anno sottotono
per il commercio, il valore aggiunto prodotto dal comparto cala di 0,4 punti rispetto ai tre mesi precedenti
La crescita si consolida leggermente, ma i consumi non ripartono, anzi: gli ultimi tre mesi dell’anno fanno registrare una frenata della spesa delle famiglie, che diminuisce di circa 4 miliardi di euro rispetto al trimestre precedente.
Così l’Ufficio Economico Confesercenti commenta i conti economici del periodo ottobre-dicembre 2023 diffusi oggi dall’Istat.
Le rilevazioni dell’Istituto di statistica indicano un lieve consolidamento della crescita economica rispetto all’anno precedente, con una variazione tendenziale del PIL rivista al rialzo dallo 0,5 allo 0,6%. Il punto focale, però, rimane purtroppo la variazione negativa (-1,4%) rispetto al trimestre precedente della spesa delle famiglie.
Un dato che dimostra che la dinamica dei consumi non sta ancora beneficiando dell’arretramento dell’inflazione, iniziato proprio ad ottobre dello scorso anno. Seppur in presenza di un miglioramento sul fronte dei prezzi, infatti, le famiglie non sono state in grado di aumentare la spesa, anche perché stanno ricostituendo i livelli di risparmio erosi negli ultimi due anni per sostenere i livelli di consumi.
Uno scenario che ha generato un Natale e finale d’anno decisamente sottotono per i consumi e quindi anche per il commercio, il cui valore aggiunto cala di 0,4 punti rispetto ai tre mesi precedenti, la seconda variazione negativa nell’anno. Per uscire da questa situazione, è necessario intervenire per restituire risorse alle famiglie, accelerando sul percorso tracciato dalla riforma fiscale: l’alleggerimento della pressione delle imposte, ed in particolare sul lavoro, è la via maestra per far ripartire i consumi.