È urgente trovare una soluzione sul lavoro accessorio. A oltre due mesi dall’abolizione dei voucher non è ancora stato individuato uno strumento diverso, ma il tempo stringe: la stagione turistica estiva è in avvio e c’è bisogno di una normativa che regoli le prestazioni occasionali e saltuarie, di cui le imprese hanno assolutamente necessità. Con danno anche per i lavoratori: secondo un sondaggio condotto da Confesercenti, con l’ausilio tecnico di Swg, il 21% delle imprese, dopo l’abolizione dei voucher, è intenzionata a rinunciare del tutto al lavoro accessorio. In termini assoluti, si tratta della perdita circa 300mila mini-jobs che si sarebbero aperti questa estate. Così Confesercenti sulla regolamentazione del lavoro accessorio.
La proposta di estensione e la semplificazione del lavoro intermittente è positiva ed apprezzabile, perché va nella direzione di un maggiore e più semplice utilizzo dello strumento, ma non ci pare risolutiva del buco normativo creatosi con l’eliminazione dei buoni per il lavoro accessorio che coprivano esigenze diverse delle imprese, legate a dinamiche del tutto imprevedibili e saltuarie.
Lavoro intermittente e lavoro occasionale danno risposte a situazioni differenti. Siamo quindi favorevoli ad ipotesi che colgano le necessità lavorative puramente occasionali, anche introducendo per la prima volta nel nostro ordinamento un tetto massimo di utilizzo da parte delle imprese. Un limite che – purché sia adeguato – permetterebbe di stanare eventuali abusi e, allo stesso tempo, di mantenere quella flessibilità necessaria per intercettare la domanda turistica e commerciale legata alla prossima stagione estiva.