Per le imprese, il nuovo contratto di prestazione occasionale è il classico bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Da un lato l’intervento è infatti positivo, perché permettere di rimediare al vuoto che si era creato con l’improvvisa abolizione dei voucher. Le imprese hanno bisogno di una normativa che regoli il lavoro accessorio e saltuario, come del resto avviene in tutte le economie avanzate: sarebbe stato impensabile arrivare all’appuntamento della stagione estiva senza averne una. Un danno anche per i lavoratori, visto che si sarebbero mandati in fumo circa 300mila mini-jobs”. Così il Segretario Generale di Confesercenti Mauro Bussoni.
“Non possiamo non rilevare, però, l’introduzione di meccanismi di gestione riferiti ai riposi ed alle pause che potrebbero risultare complessi e tetti d’utilizzo troppo stringenti. Riteniamo inadeguato, in particolare, il limite di 5mila euro per singola impresa: è una somma troppo bassa, sarebbe stato opportuno prevedere almeno il doppio. L’auspicio è che, quando il nuovo contratto sarà a regime, queste rigidità non rendano lo strumento troppo complicato per essere utilizzato in modo efficiente dalle imprese che ne hanno bisogno. Che non sono poche: secondo un sondaggio che abbiamo condotto con SWG, i vecchi voucher erano utilizzati da un’impresa su quattro”.