De Luise: il nostro timore è che escano dalla porta e rientrino dalla finestra. Gli aumenti dell’Iva soffocano la crescita
“Le clausole di salvaguardia escono dalla porta e rientrano dalla finestra. Raggiungere l’accordo con la Ue sulla Legge di Bilancio è assolutamente prioritario, ma preoccupa che per ottenere l’ok di Bruxelles si faccia ricorso per l’ennesima volta al meccanismo delle clausole di salvaguardia, che prevede aumenti automatici di IVA e accise se non si raggiungono gli obiettivi di bilancio o – peggio – di crescita. Aumenti che, se dovessero realizzarsi, soffocherebbero sia i consumi delle famiglie, già oggi in frenata, che la crescita del Pil in una fase di rallentamento internazionale”.
Così la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise commenta la notizia di “una revisione dal lato delle entrate” delle clausole di salvaguardia per il 2020-201, emersa dall’informativa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte al Senato sulla manovra economica e gli esiti del dialogo con la Commissione europea.
“Le clausole sono il convitato di pietra delle Leggi di Bilancio italiane ormai dal 2011. Dovremmo cercare di eliminarle, anche se gradualmente. Invece, non vorremmo che l’annunciata ‘revisione sul lato delle entrate’ delle clausole per il biennio 2020-2021 fosse di fatto un aumento del loro peso. Sarebbe un intervento in senso opposto a quanto auspicato dalle imprese: nonostante la sterilizzazione degli aumenti previsti per il 2019, le clausole per il 2020 prevedono ancora circa 19 miliardi di euro di aumenti di IVA e altre imposte. Una mannaia per i consumi interni ed un generatore di incertezza per le imprese: una eventuale revisione al rialzo non può che preoccuparci moltissimo”.