Dopo due anni di pandemia, la timida ripresa di cui Ncc e bus turistici iniziavano a scorgere i primi accenni rischia di essere di nuovo azzerata del tutto dal caro carburanti e dalle conseguenze economiche – in primo luogo sul turismo – del conflitto tra Russia e Ucraina. In queste condizioni, qualsiasi prognosi su una normale ripresa delle attività è diventata ormai impossibile ed il rischio di default per le aziende sta diventando sempre più concreto.
A lanciare l’allarme è Federnoleggio-Confesercenti.
Già durante la pandemia avevamo chiesto una politica di ristori adeguata. Purtroppo, però, il nostro comparto è stato praticamente ignorato: l’acronimo NCC, che dovrebbe stare per Noleggio con Conducente, di fatto sembra corrispondere a Nessuna Classificazione Certa. Nessuna classificazione, nessuna attenzione per un comparto che è inserito nel settore trasporti ma che in realtà vive di turismo. Non si può ignorare un mondo che tra bus e vetture NCC dà lavoro a 200mila persone tra autisti, addetti, imprese individuali e indotto.
Meritiamo, e vogliamo, rispetto. Per questo chiediamo subito interventi concreti: il Governo deve calmierare il costo dei carburanti, anche attraverso la riduzione dell’aliquota IVA ed il taglio delle accise; ma sono necessarie anche misure che permettano il recupero delle accise sul gasolio utilizzato per il trasporto passeggeri nel trasporto non di linea, come da disposizioni della Unione Europea. Non sono più rimandabili, inoltre, il blocco di tutti i leasing in essere, il ripristino di tutte le forme di ammortizzatori sociali a tutela dei livelli occupazionali, così come ristori adeguati da destinare alle imprese del comparto.
Se le nostre richieste continueranno ad essere ignorate, saremo costretti alla mobilitazione: porteremo a Roma tutti i bus e le vetture, consegnando le chiavi al presidente del Consiglio Mario Draghi.