2020 sulle soglie della deflazione (-0,1%). Si conferma, per il quinto mese consecutivo, la frenata dell’inflazione come conseguenza di cambiamenti dal lato dell’offerta, ma anche della caduta della domanda interna da parte delle famiglie che, nonostante l’uscita dal lockdown, non si è ancora ripresa. Così l’Ufficio economico Confesercenti commenta i dati sull’inflazione di settembre diffusi da Istat.
A settembre la variazione dei prezzi resta negativa (-0,5%), dovuta principalmente all’andamento dei prezzi degli energetici che sta lentamente rallentando la sua vertiginosa caduta legata al crollo delle quotazioni del greggio per la mancata politica contenitiva delle estrazioni (-9,9% a settembre rispetto al -10,1% di agosto). Diminuiscono anche i prezzi dei trasporti e dei Servizi ricreativi, mentre invertono la tendenza positiva i Servizi ricettivi e ristorazione che nel mese di settembre registrano un -0,7% tendenziale: i comparti più colpiti dalla chiusura non hanno rivisto al rialzo i listini.
Crescono i prezzi dei generi alimentari del +1.3%, aumento da imputarsi ai non lavorati che segnano un +2,7%: nella filiera del food gli aumenti sono stati determinati dal calo della produttività e dall’accelerazione dei costi unitari. Nonostante gli oltre due mesi di quarantena abbiano eroso i margini di profitto, facendo registrare perdite considerevoli, in modo particolare per le piccole imprese, con costi fissi rimasti inalterati e assenza di ricavi, non si registrano rincari per i consumatori.
Entro la settimana il Governo approverà la Nota di aggiornamento al Def, un passo decisivo per definire la ripartenza del Paese lungo un sentiero che deve essere ben tracciato e solido, attraverso l’uso mirato delle risorse dei fondi europei anti-Covid, per guidare famiglie ed imprese italiane fuori dalla crisi e verso una robusta crescita.