Nel mese di maggio – secondo quanto rileva l’Istat che conferma la stima preliminare – l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una variazione nulla su base mensile e un aumento su base annua dell’1,3% (dal +1,1% del mese precedente.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (il carrello della spesa) amplificano la loro flessione (da -0,7% a -0,9%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +1,0% a +1,4%). L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,2% per l’indice generale e a +0,5% per la componente di fondo.
L’Istat sottolinea che a maggio, l’inflazione accelera per il quinto mese consecutivo, raggiungendo livelli che non si vedevano da novembre 2018 (quando fu pari a +1,6%). I prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” ampliano ulteriormente la loro flessione (da -0,7% a -0,9%), registrando il calo più marcato da quando è disponibile la serie storica di questo gruppo di prodotti (gennaio 1996).
L’accelerazione tendenziale dell’inflazione – prosegue l’Istat – si deve essenzialmente ai prezzi dei Beni energetici, la cui crescita passa da +9,8% di aprile a +13,8% a causa dei prezzi della componente non regolamentata (che accelerano da +6,6% a +12,6%) mentre quelli della componente regolamentata continuano a registrare un forte incremento, ma stabile (+16,8% come ad aprile). Tale dinamica è solo in parte compensata dalla frenata dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona la cui crescita (+0,7% ad aprile) si azzera.
L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano ulteriormente, anche se di poco, e si portano entrambe a +0,2% (da +0,3% di aprile).