Torino, 1 luglio 2022 – Fra i 120 e i 150 euro: è questa la stima della spesa media dei piemontesi per i saldi che iniziano domani, sabato 2 luglio.
“Si tratta di un calo – dice Micaela Caudana, presidente di Fismo-Confesercenti, la federazione dei commercianti di abbigliamento – rispetto ai 150-170 euro dello scorso anno: d’altra parte, la voglia di acquisti è frenata dall’aumento dei prezzi e delle bollette che condiziona le famiglie. Non è un caso che, per invogliare i consumatori, da almeno un mese sia dilagato il fenomeno dei cosiddetti ‘presaldi’: un numero crescente di noi ha anticipato sconti e promozioni per recuperare occasioni di vendita e liquidità; una pratica già presente in passato, ma non nelle dimensioni amplissime che ha assunto quest’anno. Più in generale, sconti e promozioni si fanno ormai durante tutto l’anno, sia nei negozi, sia soprattutto sul web. Dunque, al di la delle contingenti difficoltà economiche, è il caso di chiedersi se il modello tradizionale dei saldi due volte all’anno possa ancora reggere, o se non sia il caso di prendere atto che i modelli di consumo sono completamente mutati. Lo dico come provocazione e per aprire una discussione: se queste sono le condizioni in cui operiamo, aboliamo i saldi e lasciamo che il mercato si organizzi, tanto più che regole e restrizioni non limitano il web“.
> Il budget – Secondo un sondaggio condotto in questi giorni dall’ufficio studi di Confesercenti, per il 49% dei consumatori il budget di spesa sarà pari a quello del 2021, per circa il 35% del campione sarà inferiore e solo il 14% prevede di spendere una cifra superiore; diminuisce anche la quota di tredicesima destinata ai saldi.
> I consumi – Ciò nonostante, si riscontrano alcuni aspetti positivi: il 70% dei consumatori piemontesi è in attesa dei prossimi saldi estivi per acquistare articoli ai quali sta pensando da tempo. Oltre la metà di coloro che faranno acquisti utilizzerà i negozi di fiducia o comunque punti vendita fisici: nonostante le offerte online si facciano sempre più aggressive, una parte dei consumatori continua a preferire i negozi di vicinato, che garantiscono qualità, professionalità, presenza e continuità di rapporto con la clientela”. Peraltro, anche i negozi tradizionali si stanno attrezzando contro la concorrenza del web: aumenta infatti la presenza sui social (instagram, facebook, whatsapp e altra messaggistica) da parte dei negozi fisici.
> Gli articoli – I consumatori cercheranno soprattutto calzature, segnalate come acquisto desiderato dal 67%. Seguono, a breve distanza, maglie, magliette, canottiere e top (66%), mentre al terzo posto ci sono gonne e pantaloni (41%). Posizioni alte in classifica anche per vestiario e accessori per il mare e intimo (entrambi al 38%), mentre Camicie e camicette raccolgono il 37% delle indicazioni. Seguono abiti/completi (30%), borse (20%), accessori (16%) biancheria per la casa (15%), cinture (13%) e piccola pelletteria (12%). La conferma delle difficoltà che il settore dell’abbigliamento sta vivendo viene da quelle attività commerciali che vendono prodotti meno legati alla stagionalità e quindi alla necessità di fare saldi, ad esempio l’abbigliamento sportivo e quello “outdoor”: anche questi negozi hanno subìto in questi mesi un preoccupante calo delle vendite.
> I prezzi e l’assortimento – Gli sconti saranno da subito molto alti: dal 30/40% al 50%. Buono l’assortimento, visto che le vendite della primavera-estate non sono state certamente brillanti. Tuttavia, prima la pandemia e poi il conflitto russo-ucraino hanno ridotto gli ordini e, di conseguenza, anche le rimanenze. Di qui la scelta di produrre sul consumato da parte delle industrie, col risultato che nei negozi si registrano oggi scaffali meno forniti.
“Mai come quest’anno – conclude Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti – le previsioni sono difficili e prevale l’incertezza. Purtroppo, il settore dell’abbigliamento sconta la calma piatta che lo caratterizza dallo scorso febbraio. I mesi precedenti avevano visto una ripresa dei consumi, dopo il lungo gelo della pandemia, ma la recrudescenza dei contagi e le vicende della guerra hanno fatto ripiombare i negozi in una crisi dalla quale non sono ancora usciti. E sicuramente il gran caldo di queste settimane non li ha favoriti, tanto che soltanto in piccola parte gli anticipi degli sconti di queste settimane hanno compensato le perdite dei primi mesi del 2022. Speriamo, nonostante tutto, che i saldi aiutino a invertire la tendenza e che i consumatori approfittino degli sconti proprio in questo momento di aumento dei prezzi. Ma al di là dei dati di stagione, è lo stesso modello dei saldi che va messo in discussione, perché le modalità di consumo stanno rapidamente cambiando”.