Torino, 29 febbraio 2024 – Domani, venerdì 1° marzo, si concludono i saldi invernali e il bilancio è particolarmente amaro: a Torino e provincia sette commercianti su dieci hanno registrato un peggioramento dell’andamento delle vendite rispetto ai saldi allo scorso anno; il resto si limita a parlare di una tenuta degli acquisti e quasi nessuno regista un incremento. È quanto emerge dal sondaggio condotto da Confesercenti fra gli operatori.
A Torino il volume delle vendite è in calo del 15% nelle zone centrali e arriva al 20% in periferia. “Purtroppo – dice Micaela Caudana, presidente di Fismo-Confesercenti, l’associazione dei commercianti di abbigliamento e calzature – non c’era bisogno di aspettare sino a oggi per constatare il calo: salvo i primi giorni in cui le vendite sono state tutto sommato soddisfacenti, per il resto del periodo esse sono rimaste al palo. È sicuramente una delle peggiori stagioni degli ultimi anni. Ancora una volta hanno pesato negativamente il clima particolarmente mite e le difficoltà economiche delle famiglie“.
Secondo i commercianti interpellati, soltanto nei primi quindici giorni lo scontrino medio è rimasto in linea con le aspettative della vigilia (130 euro); poi si è inabissato sotto i cento euro anche perché le temperature degli ultimi mesi non hanno invogliato agli acquisti di capi pesanti (cappotti, giacconi, piumini), i più costosi. I consumatori si sono orientati piuttosto su magliette, camicie e scarpe.
Sotto accusa da parte di commercianti anche il fatto che il settore dell’abbigliamento continua a essere in balìa di sconti e promozioni senza alcuna regolamentazione: il che – secondo i calcoli di Fismo-Confesercenti – sottrae ai negozi di vicinato del Piemonte un fatturato di oltre 250 milioni all’anno.
La minor liquidità di cui dispongono i commercianti sta condizionando anche i loro approvvigionamenti futuri: secondo gli agenti di commercio della Fiarc-Confesercenti, l’associazione di categoria, gli ordinativi per la prossima stagione stanno andando a rilento e si registra un calo superiore al 10%.
“I saldi – conclude Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti – rappresentano soltanto uno dei campanelli d’allarme della crisi del settore: stiamo assistendo da tempo alla lenta agonia dei negozi di abbigliamento, il cui numero è diminuito di circa un terzo negli ultimi dieci anni. Un fenomeno, questo, che sta subendo un’accelerazione: nel 2023 per ogni impresa nata, quattro hanno cessato l’attività”.