Salvo proroghe dell’ultimo minuto, lunedì 20 novembre le tabaccherie, gli esercizi pubblici e tutte le altre attività commerciali che al loro interno abbiano apparecchi da gioco (slot machine) dovranno adeguarsi alle nuove norme in materia, in base alle quali non sarà più consentito mantenere apparecchi per il gioco che si trovino a una distanza – misurata in base al percorso pedonale più breve – di 500 metri, per i comuni con popolazione superiore a 5000 abitanti, e di 300 metri, per i comuni sino a 5000 abitanti, dai cosiddetti “luoghi sensibili”: istituti scolastici di ogni ordine e grado; centri di formazione per giovani; luoghi di culto; impianti sportivi; ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario; strutture ricettive per categorie protette; luoghi di aggregazione giovanili ed oratori; istituti di credito e sportelli bancomat; esercizi di compravendita di oggetti preziosi e oro usati; movicentro e stazioni ferroviarie.
La violazione delle disposizioni sulle distanze dai luoghi sensibili è soggetta alla sanzione da 2.000 a 6.000 euro per ogni apparecchio per il gioco, nonché alla chiusura del medesimo mediante sigilli.
Al momento non è specificato chi debba procedere alla verifica delle distanze – se il commerciante in autotutela o il Comune -, né quali siano gli strumenti per procedere alla verifica. È consigliabile, dunque, contattare il proprio Comune per verificare se abbia proceduto alla mappatura dei luoghi sensibili; in caso contrario, è opportuno provvedere direttamente in autotutela.
Attenzione: gli apparecchi non possono essere scollegati dall’esercente ma solo dall’azienda fornitrice o dal concessionario che deve anche rimuovere dall’attività le slot. Dunque, per procedere allo scollegamento delle macchine, va inviata richiesta alla ditta installatrice. In alcuni casi, i contratti in essere prevedono penali: è necessario, pertanto, verificare quanto previsto dal contratto nel caso in cui l’interruzione avvenga per impossibilità sopravvenuta e non per volontà dell’esercente.
Gli uffici Confesercenti rimangono a disposizione per ulteriori chiarimenti e per le eventuali comunicazioni da inoltrare alla ditta installatrice e ai concessionari di slot: 011/52201.
Confesercenti: “Slot machine, la Regione ascolti il governo ed eviti di applicare una normativa
eccessivamente restrittiva. Da lunedì a rischio 15.000 apparecchi-gioco (il 90% del totale)”
Torino, 16 novembre 2017 – “La Regione Piemonte accolga l’invito del governo e si adegui alla normativa nazionale sulle slot in via di approvazione, evitando che entri in vigore, lunedì prossimo, la normativa regionale, più restrittiva”: è questo l’appello che la Confesercenti lancia al presidente Chiamparino, al quale in mattinata ha chiesto un incontro urgente sulla questione.
“La mossa del governo – dice Alberto Alberetto, vicepresidente di Confesercenti – è solo l’ultima delle prese di posizione contro l’entrata in vigore, lunedì prossimo, della normativa regionale che – a causa del combinato disposto delle ‘distanze minime e dell’infinto elenco dei ‘luoghi sensibili’, dove non è possibile piazzare slot – rischia di eliminare oltre il 90% delle macchinette presenti nelle tabaccherie, nei pubblici esercizi e negli altri esercizi commerciali. Secondo i nostri calcoli, la mannaia della regione potrebbe abbattersi su circa 15.000 ‘macchinette’ (a esclusione di quelle che si trovano nei locali specializzati, alle quali è stato dato più tempo per mettersi in regola). Ovviamente quello delle slot non è l’unico introito per i circa 5.500 tabaccherie, bar e altri esercizi commerciali che vi dovrebbero rinunciare, ma certo per una parte di essi rappresenterebbe una diminuzione degli affari di non poco conto.
Questi sono i numeri, verso i quali chiediamo un supplemento di attenzione. Crediamo che la giusta esigenza di combattere la ludopatia possa essere contemperata con quella di non distruggere un intero settore economico, fatto non solo dei locali che ospitano le slot, ma di imprese di costrizione, installazione e manutenzione che vedrebbero calare drasticamente il loro mercato: si tratta di circa 15.000 addetti. C’è in via di approvazione una legge nazionale: la Regione – conclude Alberetto – ne tenga conto ed eviti di danneggiare gli operatori piemontesi con norme inutilmente punitive”.