“Fra i provvedimenti varati per venire incontro alle esigenze dell’economia, il Sostegni Bis è quello meglio strutturato: stando alle anticipazioni, il testo recepisce molte delle nostre proposte, e costituisce senz’altro un passo avanti sul fronte del turismo, della tutela del lavoro e del sostegno dei costi delle imprese. Sugli indennizzi, però, si poteva fare di più, anche in considerazione della durata più lunga del previsto delle restrizioni. Sarà fondamentale, inoltre, garantire un accesso rapido e ‘sburocratizzato’ ai benefici, dai ristori ai crediti di imposta”. Così Confesercenti commenta le misure al varo del governo.
Sebbene siano state incrementate, infatti, le risorse per i contributi a fondo perduto rischiano ancora una volta di trasformarsi in importi insoddisfacenti per le singole imprese, visto che si è allargata anche la platea dei beneficiari. Sebbene sia una novità importante e potenzialmente molto utile, sono insufficienti pure le risorse assegnate al Fondo per il sostegno delle imprese costrette a rimanere chiuse: 100 milioni di euro non bastano a coprire le esigenze di discoteche, palestre, piscine, sale scommesse e delle altre attività che non ripartiranno a breve. Un problema da valutare con attenzione: la pandemia ha già cancellato oltre 40 miliardi di reddito degli autonomi nel solo 2020, un bilancio peggiorato ulteriormente in questi primi 5 mesi del 2021, trascorsi sotto il segno delle restrizioni.
Siamo soddisfatti, invece, che il governo abbia fatto propria la nostra richiesta di affrontare di petto il tema dei costi sostenuti dalle imprese: in particolare, apprezziamo l’estensione del credito di imposta per le locazioni, la reintroduzione di quello per le sanificazioni e la creazione di un fondo per il pagamento delle tariffe sui rifiuti, così come le decontribuzioni e le risorse in più riservate al turismo. Positivo, inoltre, che si sia evitata, in zona Cesarini, una stretta eccessiva su credito e garanzie, anche se per facilitare l’accesso al credito delle PMI è necessario procedere anche al rifinanziamento del sistema dei Confidi.
Serve, poi, una strategia per la ripresa dei consumi ed il riequilibrio della concorrenza nel commercio: sempre nel 2020 la pandemia ha bruciato 123 miliardi di spesa, circa 5mila euro a famiglia, con perdite ingentissime non solo per alberghi e pubblici esercizi – che hanno visto sparire lo scorso anno oltre 40 miliardi – ma anche per il commercio di prossimità: il comparto moda ha perso nell’anno della pandemia oltre 36 milioni di euro al giorno di vendite, parte delle quali è stata assorbita dall’online, che ha potuto operare anche quando i negozi ‘fisici’ erano chiusi per decreto. Servono dunque misure mirate per correggere le distorsioni concorrenziali tra i canali di vendita e per sostenere il rilancio della spesa delle famiglie.