Torino, 12 marzo 2022 – A due anni dall’inizio della crisi innescata dal Covid, una nuova emergenza sta investendo anche l’economia piemontese: l’effetto della corsa dei prezzi di energia, gas e carburanti, esasperata dalla crisi ucraina, rischia infatti di costare al Piemonte quest’anno 2 miliardi di euro di minori consumi e 3,3 miliardi di minore Pil.
A lanciare l’allarme è Confesercenti che fa il punto sui due anni trascorsi dal primo lockdown, analizzando il faticoso percorso di recupero imboccato dopo il crollo causato nel 2020 dalla pandemia. Un recupero purtroppo ancora incompleto: nonostante la ripresa post-pandemica dello scorso anno, a fine 2021 il Pil della nostra Regione era ancora di oltre 4 miliardi di euro inferiore ai livelli del 2019, mentre ai consumi mancavano oltre 5 miliardi e mezzo. E il percorso di risalita, adesso, potrebbe essere bruscamente interrotto dal caro energia e dalle ulteriori tensioni generate dal conflitto russo-ucraino. Si tratta di un ulteriore ostacolo per le imprese, che già vengono da un periodo di difficoltà: in Piemonte la pandemia è costata il posto a quasi 26mila lavoratori indipendenti in due anni.
A soffrire, in particolare, sono state le imprese di commercio, turismo e ristorazione. Quest’ultimo settore ha visto diminuire la spesa di 2,4 miliardi nel 2020, un crollo non compensato dal piccolo recupero (poco più di 600 milioni) dello scorso anno. Anche il commercio è rimasto al palo: a fine 2021 le vendite non alimentari dei negozi erano ancora di circa 500 milioni inferiori rispetto al 2019. I costi fissi, invece, sono destinati a lievitare: per un’impresa media della ristorazione, già si stima per il 2022 un aggravio aggiuntivo di +11.500 euro per le bollette, con una variazione del +78% sull’anno per l’energia elettrica e del +71,5% per il gas.
“Il conflitto in Ucraina – dice il presidente di Confesercenti Giancarlo Banchieri. – è in primo luogo una tragedia umanitaria, che si sta però trasformando sempre di più in una catastrofe economica, con un forte impatto anche sul Piemonte. Dopo due anni terribili, le imprese si trovano a fronteggiare una nuova emergenza. Dobbiamo fare tutto il possibile per contenere la tensione dell’inflazione, che quest’anno rischia di toccare l’8%. Abbiamo già proposto un patto sociale tra governo, imprese, sindacati e banche per contenere la corsa dei prezzi. Ma occorrono anche nuovi e più incisivi interventi per contenere i costi energetici per famiglie e imprese, a partire da misure per calmierare il costo della materia prima e dalla riduzione temporanea di accise ed Iva su gas, energia e carburanti”.