Confesercenti è decisamente contraria a ogni ipotesi di ampliamento fino alle 18 della Ztl, ritenendo che nell’attuale situazione non vi siano le condizioni minime per procedere in tal senso.
Un provvedimento di questo genere assunto in tempi brevi avrebbe, infatti, effetti gravissimi sul tessuto commerciale e turistico della città. In primo luogo, si può facilmente prevedere un vero e proprio crollo delle vendite per le attività commerciali all’interno della Ztl: un conto, infatti, è la possibilità di accesso nella mattina, come succede ora, altro è immaginare che – di fatto – l’accesso sia costantemente precluso. La conseguenza immediata sarebbe quella di una gigantesca distorsione delle abitudini di consumo a favore delle strutture di grande distribuzione già ora collocata alle porte delle città e delle tante già autorizzate e in via di costruzione nelle stesse aree. A più lungo termine, anche il turismo verrebbe danneggiato: è facilmente prevedibile che una città privata nel suo centro di una robusta rete commerciale sarebbe meno attrattiva per i visitatori e, dunque, le difficoltà colpirebbero anche le attività di somministrazione e quelle alberghiere. In una situazione del genere verrebbe vanificata ogni prospettiva dei rafforzamento della caratura turistica della città, sul quale si sono spese tante energie negli ultimi anni.
In sostanza, quindi, si darebbe un’ulteriore spinta all’impoverimento del tessuto commerciale cittadino, che già in questi anni ha subito i colpi della crisi economica.
Da questo punto di vista, Confesercenti fa proprie le valutazioni contenute nelle studio del Politecnico di Torino a proposito dei flussi commerciali e del ruolo di contraltare delle grandi strutture svolto dalle attività commerciali del centro.
Basterebbero queste considerazioni per indurre a valutare con molta attenzione una decisione che rischia di essere devastante per la città. Ma, al di là di tutto ciò, c’è da chiedersi che senso avrebbe una chiusura così prolungata del genere. Due potrebbero essere gli obiettivi: rendere più semplice l’accesso e la circolazione in centro, oppure diminuire il tasso di inquinamento. Quanto alla prima ipotesi, è davvero difficile sostenere che il centro cittadino sia invivibile o che il traffico rappresenti un problema; per quanto riguarda l’inquinamento non c’è alcuna evidenza che il traffico automobilistico ne sia il fattore determinante e – in ogni caso, anche se così fosse – chiudere il centro alle auto significa solo spostare il problema nelle periferie. A meno che non si voglia sostenere che la salute dei cittadini delle periferie sia meno importante di quella degli abitanti del centro.
Alla luce di queste considerazioni appare per lo meno superficiale e affettata – quando non ideologica – la fretta con la quale viene caldeggiato il provvedimento di allungamento della Ztl. L’amministrazione – lo ha ribadito l’assessore Sacco – parla di provvedimenti “condivisi”. Ne prendiamo atto. Ma vogliamo dirlo con chiarezza: provvedimento “condiviso” non può voler dire in nessun caso e a nessuna condizione un provvedimento immediato.
Se mai si dovesse immaginare un diverso assetto della circolazione nel centro cittadino, questo dovrebbe essere il frutto non solo di un concertazione con i soggetti coinvolti, ma anche di un piano per la creazione di un “contesto minimo”, senza il quale qualsiasi decisione sarebbe avventata e rischiosa.
“Contesto minimo” significa – intanto – la creazione di una rete di trasporti più efficiente e capillare – compreso un tratto di metropolitana che attraversi il centro -, nonché la costruzione di parcheggi di attestamento agli immediati confini della Ztl; senza contare la necessita di rivedere – via per via, quartiere per quartiere – il perimetro stesso della Ztl. C’è poi un problema più generale di revisione dei “tempi della città” (consegne merci, orari di lavoro, uffici pubblici, scuole e asili, ecc) che necessariamente dovrebbe essere affrontato.
Ovviamente, tutto ciò richiede tempo e adeguati investimenti: la prospettiva per arrivare a un eventuale nuovo assetto del centro cittadino non può, dunque, essere quella di mesi o, peggio di settimane, ma – se si vuole verificarne la praticabilità e la sostenibilità – deve avere un respiro molto più ampio.
Giancarlo Banchieri – Presidente di Confesercenti